Dizionario di eretici, dissidenti e inquisitori nel mondo mediterraneo
Edizioni CLORI | Firenze | ISBN 978-8894241600 | DOI 10.5281/zenodo.1309444
Battista Angeli è stato un tessitore veneziano del XVI sec. perseguitato dall'Inquisizione.
Fu denunciato nel 1557 all'Inquisizione di Bologna per aver sostenuto proposizioni ereticali. In particolare aveva affermato (secondo la denuncia) "che Yesu Christo è nato d’huomo e di dona così come ogn’altr’homo, e che il Testamento Vechio e Novo non sono d’alcuna autorita, e che non è Dio alcuno, ma l’opinion dell’homo è quella che fa Iddio, e che Yesu Christo fu un poltrone, che non poté portar la croce fin al monte, onde per questo deduceva non esser figliol d’Iddio, per che se fosse stato Iddio non saria stato tanto debole". Si tratta di proposizioni che farebbero sospettare un velato ateismo ante litteram; si nota inoltre una curiosa somiglianza con dottrine professate dal mugnaio friulano Menocchio e da Giordano Bruno. Arrestato ma scarcerato nel dicembre 1557, dopo aver negato le accuse e attribuitele a calunniatori, fu di nuovo denunciato nel marzo 1558 per aver millantato di esser riuscito ad ingannare gli inquisitori.
Bibliografia
- Guido Dall'Olio, "Chiamato a me di me stesso testimonio". Infamia e disonore nei processi d'inquisizione, pp. 195-207 in Lucrezia Borgia. Storia e mito , a cura di Michele Bordin e Paolo Trovato, Olschki, Firenze 2006, pp. 195-207 (cfr. pp. 196-197 per l'analisi della vicenda processuale; la citazione è tratta da p. 196)
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et tamen e summo, quasi fulmen, deicit ictos
invidia inter dum contemptim in Tartara taetra
invidia quoniam ceu fulmine summa vaporant
plerumque et quae sunt aliis magis edita cumque
[Lucretius, "De rerum natura", lib. V]