Dizionario di eretici, dissidenti e inquisitori nel mondo mediterraneo
Edizioni CLORI | Firenze | ISBN 978-8894241600 | DOI 10.5281/zenodo.1309444
Bartolomeo Della Barba è stato un eretico anabattista del XVI sec.
Merciaio veronese, dopo aver aderito alla Riforma protestante e aver subito un primo processo inquisitoriale con altri eretici veronesi tra luglio e agosto 1550 (gli imputati, mostratisi pentiti, furono tutti liberati ma non è noto con quale tipo di sentenza, essendo questa andata perduta), virò verso l'anabattismo e fu ribattezzato da Giacometto stringaro, ministro anabattista a Vicenza. Si pose quindi alla testa di una conventicola di anabattisti veronesi, ospitando in casa sua Pietro Manelfi nei primi mesi del 1551, con l'aiuto del quale cercò di fare proseliti a Verona. Ampiamente citato da quest'ultimo nella sua delazione dell'ottobre 1551, fu arrestato il 22 dicembre 1551 e sottoposto a processo inquisitoriale. Nel 1552 fu condannato all'abiura, a vestire l'abitello e ad altre pene accessorie.
Bibliografia
- Carlo Ginzburg, I costituti di don Pietro Manelfi, Sansoni-The Newberry Library, Firenze-Chicago 1970.
- Lorenzo Tacchella, Il processo agli eretici veronesi nel 1550. Ignazio di Loyola e Luigi Lippomano (carteggio), Morcelliana, Brescia 1979.
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et tamen e summo, quasi fulmen, deicit ictos
invidia inter dum contemptim in Tartara taetra
invidia quoniam ceu fulmine summa vaporant
plerumque et quae sunt aliis magis edita cumque
[Lucretius, "De rerum natura", lib. V]