Camerario, Bartolomeo

Dizionario di eretici, dissidenti e inquisitori nel mondo mediterraneo
Edizioni CLORI | Firenze | ISBN 978-8894241600 | DOI 10.5281/zenodo.1309444


Bartolomeo Camerario (Benevento, 1497 - Roma, 21 dicembre 1564) è stato un giurista e teologo.

Dottore in utroque iure, insegnò diritto feudale all'Università di Napoli dal 1518 al 1540. Ricoprì importanti incarichi pubblici fino a diventare nel 1541 luogotenente della Regia Camera. Nel 1543 fu rimosso dall'incarico per gravi contrasti col viceré Pedro de Toledo. Pur protetto da Carlo V, fu obbligato all'esilio. Soggiornò prima a Roma, poi a Linz e a Passau. Nel 1547 subì una dura condanna che glì impedì ogni rientro in patria. Trasferitosi a Parigi, riprese gli studi teologici, scrivendo opere di propaganda anti-luterana. Sotto il papato di Paolo IV rientrò a Roma e fu commissario all'annona. Il 14 gennaio 1557 fu anche nominato consultore del Sant'Uffizio Il 15 luglio 1558 tuttavia fu arrestato per malversazione insieme a Nicolò Franco, che aveva ospitato a Roma. Fu liberato dopo la morte di Paolo IV, su intercessione dei Colonna, cui era legato.

Bibliografia

  • Valerio Marchetti, Camerario, Bartolomeo, in DBI, vol. 17 (1974).
  • Herman H. Schwedt, Die Anfänge der Römischen Inquisition. Kardinäle und Konsultoren 1542 bis 1600, Herder, Freiburg 2013, pp. 93-95.

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et tamen e summo, quasi fulmen, deicit ictos
invidia inter dum contemptim in Tartara taetra
invidia quoniam ceu fulmine summa vaporant
plerumque et quae sunt aliis magis edita cumque

[Lucretius, "De rerum natura", lib. V]

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