Dizionario di eretici, dissidenti e inquisitori nel mondo mediterraneo
Edizioni CLORI | Firenze | ISBN 978-8894241600 | DOI 10.5281/zenodo.1309444
Ascanio Colonna (Roma, fine XV sec. - Napoli, 24 marzo 1557) è stato un nobile e militare appartenente all'aristocrazia romana, che mostrò simpatie riformate.
Biografia
Fratello di Vittoria Colonna, e come lei sensibile alle nuove idee religiose, e di orientamento decisamente filoimperiale, si ribellò a Clemente VII nel 1526-27 e a Paolo III nel 1539. Quest'ultimo lo scomunicò e lo privò dei suoi feudi pontifici, costringendolo a rifugiarsi nel Regno di Napoli. Nel 1550 fu perdonato da Giulio III, col quale però entrò in contrasto, rifugiandosi di nuovo nel Regno di Napoli. Qui nel 1554 fu arrestato e rinchiuso a Castelnuovo, dove morì il 24 marzo 1557.
Fu amico di Donato Rullo, ma soprattutto grande ammiratore di Bernardino Ochino.
Fu citato da Francesco Negri nella Tragedia del libero arbitrio tra i discepoli di Juan de Valdés accanto a Reginald Pole, Alvise Priuli, Marcantonio Flaminio, Camillo Orsini e Giovanni Morone.
Endimio Calandra, che ebbe a frequentarlo tra Mantova e Venezia, nominò più volte Ascanio Colonna nel corso del suo processo inquisitoriale, citandone in particolare i rapporti stretti con l'Ochino, mantenuti anche dopo la fuga di questi nel 1542, e rivelandone anche l'ammirazione per il Vermigli, ascoltato e conosciuto da Ascanio Colonna a Lucca nel 1542.
Bibliografia
- Processo Morone2, vol. 1, pp. 44-46, nota 19.
- Franca Petrucci, Colonna, Ascanio, in DBI, vol. 27 (1982).
Article written by Daniele Santarelli | Ereticopedia.org © 2013
et tamen e summo, quasi fulmen, deicit ictos
invidia inter dum contemptim in Tartara taetra
invidia quoniam ceu fulmine summa vaporant
plerumque et quae sunt aliis magis edita cumque
[Lucretius, "De rerum natura", lib. V]