Dizionario di eretici, dissidenti e inquisitori nel mondo mediterraneo
Edizioni CLORI | Firenze | ISBN 978-8894241600 | DOI 10.5281/zenodo.1309444
Antonio Sciutta o Sutta, autore nel 1753 di un furto sacrilego nella chiesa di San Nicolò a Venezia (aveva rubato ostie consacrate) fu perseguitato sia dall'Inquisizione di Venezia sia dalle autorità civili. Condannato a morte, il 21 agosto 1724 fu decapitato tra le due colonne della piazzetta San Marco. Il suo corpo fu squartato in quattro parti che furono appese ai quattro lati di accesso principali alla città lagunare.
Bibliografia
- Fabiana Veronese, L’Inquisizione nel secolo dei lumi. Il Sant'Uffizio e la Repubblica di Venezia, New Digital Frontiers, Palermo 2017, pp. 76-77.
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et tamen e summo, quasi fulmen, deicit ictos
invidia inter dum contemptim in Tartara taetra
invidia quoniam ceu fulmine summa vaporant
plerumque et quae sunt aliis magis edita cumque
[Lucretius, "De rerum natura", lib. V]