Dizionario di eretici, dissidenti e inquisitori nel mondo mediterraneo
Edizioni CLORI | Firenze | ISBN 978-8894241600 | DOI 10.5281/zenodo.1309444
Andrea Da Ponte (Venezia, 9 settembre 1508 - Ginevra, 1585) è stato l'unico esponente del patriziato veneziano che aderì apertamente alla Riforma protestante, fuggendo a Ginevra e integrandosi tra i calvinisti.
Fratello di Nicolò Da Ponte, che fu doge di Venezia dal 1578 al 1585, nulla si sa della sua formazione culturale e molti tratti della sua vita restano oscuri. Fu in ogni caso un attivissimo diffusore delle idee della Riforma protestante a Venezia, in particolare tra i patrizi, tant'è che il suo nome ricorre abbondantemente nei processi del Sant'Uffizio veneziano degli anni sessanta e settanta. Espatriò nel 1560, in data sconosciuta, stabilendosi a Ginevra, dove, nonostante la sua scarsa propensione ai rapporti sociali, fu stimato membro della comunità degli italiani esuli religionis causa e morì all'inizio del 1585 (la notizia della sua morte giunse a Venezia nel mese di marzo), lo stesso anno del più anziano fratello doge (che morì il 30 luglio 1585), incorrendo in una damnatio memoriae da parte della sua famiglia e di tutto il patriziato veneziano che aveva disonorato fuggendo da Venezia e stabilendosi tra gli eretici.
Andrea Da Ponte era claudicante a causa di una malformazione fisica e questa sua caratteristica fu utilizzata dai suoi detrattori che la associarono a malvagità e natura diabolica.
Bibliografia
- Federica Ambrosini, Storie di patrizi e di eresia nella Venezia del ‘500, Franco Angeli, Milano 1999, ad indicem, in part. pp. 151 sgg.
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et tamen e summo, quasi fulmen, deicit ictos
invidia inter dum contemptim in Tartara taetra
invidia quoniam ceu fulmine summa vaporant
plerumque et quae sunt aliis magis edita cumque
[Lucretius, "De rerum natura", lib. V]