Mocenigo, Alvise (patrizio veneziano eterodosso)

Dizionario di eretici, dissidenti e inquisitori nel mondo mediterraneo
Edizioni CLORI | Firenze | ISBN 978-8894241600 | DOI 10.5281/zenodo.1309444


Alvise Mocenigo è stato un patrizio veneziano del XVI sec., perseguitato dall'Inquisizione.

Figlio naturale di Marin Mocenigo, canonico a Padova, fu cacciato di casa dal padre per le sue idee eterodosse.
Nel 1565, allora trentacinquenne, si presentò spontaneamente al Sant'Uffizio di Venezia, autodenunciandosi. Il tribunale procedette contro di lui con moderazione e riservatezza, condannandolo all'abiura (pronunciata il ) e a lievi pene spirituali. Fu di nuovo processato nel 1569, dopo che il suo nome fu fatto agli inquisitori da Lodovico Abbiosi. Giudicato relapso fu condannato alla pena capitale, ma gli fu risparmiata la vita. Durante la carcerazione si mostrò pentito e ricorse alla delazione di un suo ex compagno di fede, al fine di ottenere la liberazione. Il 28 dicembre 1577, approfittando dell'incendio di Palazzo Ducale, fuggì di prigione e fece perdere le sue tracce.

Bibliografia

  • Federica Ambrosini, Storie di patrizi e di eresia nella Venezia del ‘500, Franco Angeli, Milano 1999, ad indicem, in part. pp. 110 sgg.

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et tamen e summo, quasi fulmen, deicit ictos
invidia inter dum contemptim in Tartara taetra
invidia quoniam ceu fulmine summa vaporant
plerumque et quae sunt aliis magis edita cumque

[Lucretius, "De rerum natura", lib. V]

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