Dizionario di eretici, dissidenti e inquisitori nel mondo mediterraneo
Edizioni CLORI | Firenze | ISBN 978-8894241600 | DOI 10.5281/zenodo.1309444
Agi Morato (Hacı Murād) fu un rinnegato di origini dalmate (XVI s.), celebre soprattutto per il ritratto che di lui fece Miguel de Cervantes nella sua Historia del cautivo, racconto interpolato nella prima parte del Quijote e incentrato sul tema della cattività in Nord Africa. Secondo la descrizione cervantina, Hacı Murād fu «moro principal y rico» nonché padre della mora Zoraida, giovane musulmana determinata a convertirsi al cristianesimo a causa del suo amore per un captivo spagnolo.
Accanto all’Agi Morato letterario, esistono numerose testimonianze archivistiche che ci restituiscono la figura di un Agi Morato personaggio storico, ricco mercante di schiavi legato alla reggenza di Algeri ed alla Sublime Porta sul finire del sedicesimo secolo. Poco sappiamo della gioventù del rinnegato dalmata – originario probabilmente di Ragusa, la croata città di Dubrovnik – e delle circostanze che lo portarono ad abbracciare la religione islamica. Più abbondanti sono invece i dati archivistici relativi alla sua carriera diplomatica e politica, ai suoi rapporti col sultano ottomano Selim II e col principe marocchino Abd-al-Malik, che sposò sua figlia e divenne re del Marocco tra il 1576 ed il 1578.
L’aspetto forse più interessante della carriera di Agi Morato fu il suo coinvolgimento in numerose negoziazioni con rappresentanti diplomatici cristiani. Si ricorda in particolare il ruolo che questo rinnegato ebbe nelle negoziazioni ispano-turche che portarono alla prima tregua informale ottenuta nel 1581 da Giovanni Margliani, ambasciatore non-ufficiale degli Asburgo di Spagna presso la Sublime Porta. Oltre che con la Spagna – con cui entrò in contatto nel 1573, grazie alla mediazione del mercante valenciano Juan Pexón – Agi Morato intrattenne proficui e intensi rapporti diplomatici anche con la Francia, dove si recò personalmente per almeno tre volte tra il 1565 ed il 1571.
Agi Morato fu infine un importante referente nell’ambito delle relazioni ottomano-marocchine, che condusse personalmente recandosi in Marocco nel 1572 e tentando, senza riuscirci, di convincer il sovrano al-Ġālib a formare un’alleanza in chiave anti-spagnola. Il tentativo di alleanza col Marocco fu reiterato due anni più tardi, questa volta con maggiore successo, anche grazie alla migliore disposizione del nuovo re Mohammed al-Mutawwakil. L’ascesa al trono di Abd al-Malik, nel 1576, inaugurò una fase di relativa distensione tra le tre potenze e sancì l’allontanamento di Agi Morato dalla politica marocchina.
Così come per il luogo e la data della sua nascita, le circostanze della morte di Agi Morato sono sconosciute.
Bibliografia
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- Canavaggio, Jean. “Le ‘vrai’ visage de Agi Morato.” Les Langues Néo-Latines, 239 (1981): 23-28.
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- Garcés, Maria Antonia. “En las fronteras de la ficción: La historia del cautivo (Quijote, I, 37-42).” Principe de Viana, 236 (2005): 619-30.
- Oliver Asín, Jaime, “La hija de Agi Morato.” Boletín de la Real Academia Española, 27 (1947-1948): 245-339.
- Cervantes de Saavedra, Miguel. La historia del cautivo.
- De Haedo, Diego. Topographia e Historia General de Argel.
Article written by Valentina Oldrati | Ereticopedia.org © 2016
et tamen e summo, quasi fulmen, deicit ictos
invidia inter dum contemptim in Tartara taetra
invidia quoniam ceu fulmine summa vaporant
plerumque et quae sunt aliis magis edita cumque
[Lucretius, "De rerum natura", lib. V]