Bacci, Pietro Giacomo

Dizionario di eretici, dissidenti e inquisitori nel mondo mediterraneo
Edizioni CLORI | Firenze | ISBN 978-8894241600 | DOI 10.5281/zenodo.1309444


Pietro Giacomo Bacci (Arezzo, 1575 circa – Roma, 9 febbraio 1656), appartenente alla Congregazione dell’Oratorio, erudito, storico e letterato, è stato l’autore di una fortunata Vita di Filippo Neri.

Biografia

Era nato da famiglia aretina di antiche e nobili origini e in passato si diffuse la diceria che da essa discendesse anche, sia pure illegittimo, Pietro Aretino. Particolarmente attratto dagli studi biblici, e in particolare dallo studio dei Salmi, la sua formazione universitaria fu essenzialmente giuridica e a Perugia conseguì il titolo di dottore in diritto canonico. Ordinato prete, il 26 novembre 1604 fece il suo ingresso nella Congregazione dell’Oratorio romano, nel cui ambito si guadagnò presto fama di buon letterato. Si può segnalare in proposito la stampa postuma di una sua composizione poetica in latino, Ioseph adoratus a suis, melodramma musicis aptatum numeris, con tutta probabilità un oratorio da eseguire nella chiesa filippina della Vallicella1. Altre sue composizioni sono rimaste manoscritte, come le Ceremonie secondo l’uso della chiesa di S. Maria e di S. Gregorio in Vallicella. Databile intorno al 1640 è «L’A Dio del P. Bacci all’amata Vallicella nel partirsi per Monte Giordano», un suo componimento in sestine per certi versi singolare, che evidenzia motivi d’interesse anche per le particolarità topografiche richiamate nel testo2.
L’opera a cui resta indissolubilmente legato il nome del Bacci è la fortunata Vita del B. Filippo Neri, elaborata per la canonizzazione del Padre e pubblicata per l’appunto nel 1622, anno del solenne evento3. Bacci vi mise a frutto le sue non comuni conoscenze nel campo dell’erudizione ecclesiastica, attingendo sapientemente dai ricordi e dalle memorie dei padri che avevano frequentato Filippo Neri, in particolare il suo primo biografo Antonio Gallonio, che probabilmente conobbe il Padre dall’infanzia e si pose appena ventenne sotto la sua guida spirituale. L’autore attinse ampiamente anche dalle Memorie stese dal padre Francesco Zazzara, mentre Pietro Consolini, con il quale aveva stretto un profondo legame di amicizia, gli fornì tutti gli elementi storici per ricostruire l’ambiente intellettuale e spirituale dei primi tempi dell’Oratorio. Bacci si trovò poi nella condizione privilegiata di poter accedere anche alla documentazione, assai ampia e di straordinario interesse, affiorata nel corso dei processi per la canonizzazione di Filippo Neri, iniziati subito dopo la morte del Padre, senza trascurare il materiale immenso conservato nella Biblioteca Vallicelliana e nel suo Archivio. Nel 1621 Bacci raccolse anche i materiali per una Vita di Cesare Baronio e stese, inoltre, una Vita di Giovenale Ancina, uscita però postuma nel 16714.
In seno alla Congregazione oratoriana Bacci ricoprì diversi uffici di rilievo. Nel 1632, 1638 e 1641 fu eletto deputato in Congregazione; dal 10 giugno 1645 al 23 aprile 1650 assunse il ruolo di preposito. Sotto il suo governo riuscì a portare a termine, intorno al 1649, l’abitazione dei padri dell’Oratorio, servendosi della direzione del Borromini, e nel 1647 chiamò Pietro da Cortona per la decorazione della cupola della Chiesa Nuova. Morì ottantunenne alla Vallicella, il 9 febbraio 1656.

La Vita di Filippo Neri

Il successo editoriale della Vita del B. Filippo Neri fiorentino fondatore della Congregatione dell’Oratorio può dirsi straordinario e duraturo, considerato che l’opera superò il centinaio di edizioni, attraversando tre secoli e giungendo fino al Novecento. Rispetto alle sue fonti, da Gallonio a Zazzara, l’autore privilegia un’impostazione non strettamente cronologica e più rispondente ai rituali metodi processuali, realizzando una scrupolosa catalogazione dei fatti, dei miracoli e delle virtù del Padre. Apparsa, come si è detto, nel 1622, la Vita del B. Filippo Neri fu ristampata quello stesso anno «con nuove aggiuntioni dall’istesso autore»5.
Contemporaneamente uscì a Roma, dai torchi di Giacomo Mascardi, il suo compendio, edito parallelamente anche «in Milano, per Gio. Battista Bidelli, 1622», e «in Venetia, appresso Antonio Pinelli, 1622»6. Nel 1645 si pubblicava a Roma la sua traduzione latina7. Il 12 marzo 1627 l’autore volle archiviare un esemplare romano della Vita, edito «in Roma, appresso Iacomo Mascardi, 1625», in cui aveva annotato a mano «i luoghi dei processi et altre scritture» di cui si era servito per la sua elaborazione8.
Le numerose edizioni della Vita del B. Filippo Neri, successive alla princeps del 1622, costituiscono una prova evidente della sua eccezionale fortuna editoriale. A solo titolo di esempio, si ricordano le seguenti: Palermo e Verona 1624, Roma 1625, Venezia 1628, Roma 1631, 1636 e 1642, Venezia 1645, Roma 1646 e 1650, Bologna e Torino 1659, Macerata 1663, Bologna 1666, Macerata 1669 e 1671. Nel 1672 la Vita fu dal domenicano Giacomo Ricci «accresciuta di molti fatti e detti dell’istesso Santo» e corredata «d’una breve notitia di alcuni suoi compagni»9. La fortunata opera, divenuta ormai un modello biografico di rara efficacia e credibilità, subì poi, dal 1676 al 1879, diversi ampliamenti e continui rimaneggiamenti. Numerose furono anche le versioni in altre lingue, i compendi e i vari sommari ricavati dall’originale, a testimonianza del fatto che la Vita del B. Filippo Neri di Pier Giacomo Bacci rimase a lungo fondamentale nella bibliografia filippina.

Fonti e bibliografia

  • Paolo Aringhi, ms. O. 59, ff. 316-320v, Roma, Biblioteca Vallicelliana.
  • Antonio Cistellini, San Filippo Neri. L’Oratorio e la Congregazione oratoriana. Storia e spiritualità, prefazione di Carlo Maria Martini, 3 v., Morcelliana, Brescia 1989, vol. III, p. 2346 (Indice dei nomi di persona).
  • Antonio Gallonio, Vita di San Filippo Neri, pubblicata per la prima volta nel 1601. Edizione critica a cura dell’Oratorio Secolare di S. Filippo Neri di Roma, a celebrazione del 4. centenario della morte del Santo, introduzione e note di Maria Teresa Bonadonna Russo, Presidenza del Consiglio dei Ministri, Dipartimento per l’informazione e l’editoria, Roma 1995.
  • Il primo processo per san Filippo Neri nel codice vaticano latino 3798 e in altri esemplari dell’Archivio dell’Oratorio di Roma, edito e annotato da Giovanni Incisa della Rocchetta e Nello Vian, con la collaborazione di Carlo Gasbarri, 4 v., Biblioteca Apostolica Vaticana, Città del Vaticano 1957-1963 [I: Testimonianze dell’inchiesta romana: 1595, 1957; II: Testimonianze dell’inchiesta romana: 1596-1609, 1958; III: Testimonianze dell’inchiesta romana: 1610. Testimonianze «extra urbem»: 1595-1599, 1960; IV: Regesti del secondo e terzo processo. Testimonianze varie. Aggiunte e correzioni alle note dei volumi I-III. Indice generale, 1963], vol. IV, pp. 250-251 (Indice generale).
  • Giammaria Mazzuchelli, Gli scrittori d’Italia, cioè Notizie storiche e critiche intorno alle vite e agli scritti dei letterati italiani, 6 v., in Brescia, presso a Giambatista Bossini, 1753-1763, vol. II, parte I, 1758, p. 16 (voce «Bacci, Pietro Jacopo»).
  • Nello Vian, Bacci, Giacomo Pietro, in DBI, vol. 5 (1963).

Voci correlate

Nota bene

Questa voce fa parte della sezione trasversale Oratorio e Congregazione oratoriana: storia, spiritualità, politica culturale, dedicata all’Oratorio sorto per iniziativa di Filippo Neri, che da libero sodalizio conobbe nell’arco di un quarto di secolo una sua graduale evoluzione fino alla sua istituzionalizzazione nel 1575 (quando papa Gregorio XIII decise per decreto di costituire la Congregazione oratoriana), con l’obiettivo di costruire un repertorio di voci inerente non soltanto ai padri e ai fratelli laici che entrarono stabilmente nell’Oratorio filippino, ma allargato significativamente alle opere prodotte e diffuse dall’operoso laboratorio oratoriano, ai luoghi della Congregazione, alle personalità più o meno note che si riconobbero nella sua politica culturale, partecipando attivamente alle varie iniziative promosse e in particolare agli esercizi spirituali, considerati il nucleo pulsante del programma filippino.

Article written by Stefano Zen | Ereticopedia.org © 2018

et tamen e summo, quasi fulmen, deicit ictos
invidia inter dum contemptim in Tartara taetra
invidia quoniam ceu fulmine summa vaporant
plerumque et quae sunt aliis magis edita cumque

[Lucretius, "De rerum natura", lib. V]

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