Zazzara, Monte

Dizionario di eretici, dissidenti e inquisitori nel mondo mediterraneo
Edizioni CLORI | Firenze | ISBN 978-8894241600 | DOI 10.5281/zenodo.1309444


Monte Zazzara, o Zazzera (Firenze, 1533 – Roma, 4 giugno 1608), penitente di Filippo Neri fin dal 1552, da testimone diretto della sua vita ha contribuito in misura rilevante alla definizione dell’immagine agiografica del Padre; i suoi figli Francesco, Giovanni Battista, Clemente e Andrea, dopo un’infanzia vissuta nel mito di S. Girolamo della Carità, hanno fatto tutti parte della Congregazione dell’Oratorio.

Biografia

Monte Zazzara, figlio di Simone e Margherita (deceduta nel 1554), nacque a Firenze intorno al 1533. Ancora adolescente, si trasferì a Roma nel 1547, dove è documentato come residente «in Banchi alla Zecca Vecchia», vale a dire il palazzo della Zecca, opera di Antonio da Sangallo il giovane, che successivamente, nel 1666, venne utilizzato come sede del Banco di S. Spirito. Monte esercitava a Roma la professione di profumiere, con bottega nei pressi di S. Giovanni dei fiorentini. A partire dal 1552, diventò penitente di Filippo Neri – da lui venerato come «santissimo homo et vero servo di Christo» – e fu uno dei suoi più antichi e intimi frequentatori all’inizio dell’apostolato in S. Girolamo della Carità:

Sonno quarantotto anni ch’io sonno in Roma et dell’anno 1552 io cominciai a confessarmi dal r.do p. Filippo Nero fiorentino, quale stava a S. Gieronimo della charità et, dal detto tempo in qua, sempre, fino che ’l detto padre è morto, ogni festa et molte volte ancora la settimana, mi sonno confessato et communicato dal detto padre; et l’ultimo che communicasse, la mattina del Corpus Domini passato, sono stato io, et doppo la sua morte il padre mi disse che mi confessasse et communicasse dal p. Antonio Gallonio, allevo del detto padre, come ho fatto et fo ogni dì di festa1.

Chiamato a testimoniare al processo di canonizzazione, Antonio Gallonio confermò nella sostanza il resoconto di Monte Zazzara, collocando tra il 1551 e il 1552 la nascita del sodalizio filippino: «(Filippo Neri) Instituì la nostra Congregatione dell’Oratorio, come ho inteso da alcuni suoi figlioli spirituali più antiqui, cioè m.s Monte Zazzera, m.s Ottavio Ricci et altri, ne’ tempi di papa Giulio III tra ’l cinquanta uno o cinquanta doi. La quale opera quanto frutto habbia fatto alla Chiesa, lo sanno particolarmente le religioni, quali ne hanno avuto assai e ne hanno tuttavia»2. In virtù della sua condizione di testimone diretto della vita del Santo fin dai primi anni Cinquanta, Monte Zazzara fu in grado di fornire al processo di canonizzazione notizie estremamente preziose sui primordi dell’Oratorio, quando le riunioni avevano ancora una forma privata e si tenevano a S. Girolamo nelle stanze di padre Filippo:

In quel principio ch’io ci andai, ogni sera, in camera sua, faceva raggionamenti spirituali, dove eramo da quatro o sei o otto persone, perché la camera era piccola et capiva poche persone, non più di otto; et il raggionamento era di cose spirituale, et il padre stava nel letto; et alle volte veniva in tanto fervore de spirito, che tremava tutto, et se alzava dal letto, che pareva che fosse alzato, et tremava il letto et la camera. Et questo della camera durò più di tre anni incirca; et eramo parechi giovani, tra quali ci era Simone Grazini, uno de Massaini, che non mi ricordo del nome, che l’ho visto per Roma, doi giovani orefici: uno Sebastiano, l’altro non mi ricordo; et un Michele da Prato calzettaro3.

I primissimi discepoli di padre Filippo erano dunque per lo più giovani artigiani e bottegai, in buona parte toscani, ma i Massaini menzionati da Monte Zazzara non dovevano essere di condizione modesta4. A questi incontri ristretti, che si tenevano «nelle piccole et anguste stantiole» di padre Filippo, allude anche l’oratoriano Pompeo Pateri nella sua dettagliata rievocazione del periodo di S. Girolamo:

Et fu, che, concorrendo gli suoi devoti, tirati dalla devotione et amore, che portavano al beato padre, andavano, il giorno, doppo il desinare, a S. Girolamo, nelle piccole et anguste stantiole sue, dove il beato padre gli tratteneva, quando con farli qualche sermoncino delle cose di Dio, et quando faceva leggere qualche libro spirituale, sopra il quale faceva discorrere a ciascuno secondo la capacità; poi, sulla sera, usciva, con loro, alle stationi et perdonanze. Et questo è sempre stato et è voce di fama publica5.

Secondo Monte Zazzara, in questo periodo padre Filippo aveva l’abitudine di mandare sette dei suoi discepoli, ogni domenica, alle Sette Chiese, estraendoli a sorte, e fin dal febbraio del 1552, per contrastare gli eccessi mondani del Carnevale, si metteva in viaggio con «vinti cinque et trenta persone, et sempre multiplicò, in sino che ci trovammo del numero dei doi milla persone» e «per la strada si cantavano salmi et letanie et nelle chiese si facevano li sermoni»6. Successivamente, tra il 1554 e il 1555, questi incontri ristretti persero il loro carattere privato e, in considerazione del progressivo aumento del numero dei partecipanti, furono trasferiti nell’antico granaio collocato sopra la chiesa. Il menzionato Simone Grazzini, conterraneo di Monte Zazzara e presumibilmente suo amico, dichiarò in proposito che «si cominciò a far l’oratorio sopra la chiesa, o vero una delle nave della chiesa di S. Gieronimo, dove tenevano il grano quelli della Charità; et quivi ogni sera s’andava a fare oratione, tutti li figlioli spirituali del detto p. Filippo; et il lunedì, mercordì et venerdì, si faceva la disciplina; et, il dì delle feste ogni mattina, un’hora nanti dì, l’oratione»7. Intorno al 1557 le riunioni dell’Oratorio, pur conservando la fisionomia delle origini, assunsero una forma più definita e Pompeo Pateri, sempre bene informato sui primi tempi del sodalizio filippino, fa osservare che «all’hora, il beato padre pensò di fare tale esercitio più formato, et cominciò a far sermoneggiare» Francesco Maria Tarugi, Cesare Baronio e altri suoi figli spirituali:

[…] di quando in quando, dimandava qualche dubio, sopra di quello che s’era ragionato, a quelli, che sapeva, che erano capaci di dare risposte d’edificatione. Et dove alcuno, per modestia, o per timore, non dava così buona et chiara risposta, il beato padre suppliva, con parole, più infocate di spirito, che di soverchia eloquenza. Come sempre fece professione di fugire ogni apparato soverchio, volendo, che li suoi alunni s’avezzassero a tal modo di parlare la parola d’Iddio, che ferissero più li cuori dell’auditori, che l’orecchie8.

Clarice Zaccarini, moglie di Monte Zazzara e come il coniuge assai devota a padre Filippo, mise al mondo ben dodici figli e nei suoi molteplici parti, avendo sofferto di «grandissimi travagli» senza però temere per la propria vita, si ritenne aiutata dalla borsa miracolosa del Neri che teneva sempre con sé9. Il profumiere fiorentino figurava tra i confortatori della Compagnia della Misericordia negli anni 1568, 1578, 1591 e tra i suoi provveditori nel 1569, 1574 e 157910. Per il tramite di Monte si pose sotto la direzione spirituale del Neri anche suo fratello Simone Zazzara, che per un certo periodo aveva trovato alloggio presso di lui. Simone Zazzara fu poi ‘miracolosamente’ risanato dal Neri e tale circostanza, ricostruita ad arte per fini di propaganda agiografica, diffuse tra i suoi confratelli cappuccini la venerazione per padre Filippo11.
Grazie alla devota consuetudine di Monte Zazzara con Filippo Neri, non soltanto il fratello Simone, ma tutta la sua numerosa famiglia fu sempre in stretto rapporto con l’Oratorio e quattro suoi figli entrarono in Congregazione. Francesco Zazzara, il primo dei quattro e anche il più noto, fece il suo ingresso nella comunità della Chiesa Nuova ventunenne, il 21 luglio 1595, e fu ordinato sacerdote il 25 dicembre 160112. Giovanni Battista, di formazione giuridica e assai dotto, frequentò assiduamente l’Oratorio, diventò segretario della Consulta grazie alla protezione di Girolamo Pamphili, discepolo di Filippo Neri, e fu familiare di Paolo V, ragion per cui entrò in Congregazione soltanto il 13 settembre 1622, l’anno dopo la morte di papa Borghese. Clemente, più giovane di Francesco di un paio di anni o poco più, seguì il suo esempio e nello stesso anno 1595 fu accolto diciottenne nell’Oratorio di Napoli, dove iniziò il suo periodo di noviziato, ma con molta probabilità morì precocemente entro il primo decennio del Seicento. Infine Andrea, vissuto come gli altri fratelli nel mito di padre Filippo e dell’Oratorio di S. Girolamo, entrò in Congregazione il 21 ottobre 1597 anch’egli diciottenne, ma come Clemente si spense ancora giovane all’età di trentotto anni13.
Monte Zazzara morì il 4 giugno 1608, settantacinquenne, nella sua abitazione romana in piazza Agonale, assistito dai figli Francesco e Andrea. Due suoi necrologi furono trascritti un secolo dopo da Pier Luigi Galletti dai libri di S. Luigi dei Francesi e di S. Maria in Vallicella14.

Fonti

  • Paolo Aringhi alii//, Le vite e detti de’ padri e fratelli della Congregatione dell’Oratorio. Da s. Filippo Neri fondata nella chiesa di S. Maria in Vallicella …, 3 v., Roma, Biblioteca Vallicelliana, mss. O 58, O 59, O 60.
  • [Paolo Aringhi], Le vite, e detti de padri, e fratelli della Congregazione dell’Oratorio da s. Filippo Neri fondata nella Chiesa di S. Maria in Vallicella raccolti da Paolo Aringhi Prete della detta Congregatione e da Altri, 2 v., editi e annotati da Maria Teresa Bonadonna Russo, con la collaborazione di Renato De Caprio, Edizioni Oratoriane, Roma 2018-2020 (i due volumi corrispondono alla prima delle tre parti dell’opera), vol. I, pp. 20n., 22n., 260n.; vol. II, pp. 271n., 417n., 510n.
  • Pietro Giacomo Bacci, Vita di S. Filippo Neri fiorentino fondatore della Congregatione dell’Oratorio. … Hor’accresciuta di molti fatti e detti dell’istesso Santo, cavati da i Processi della sua canonizatione. Con l’aggiunta d’una breve notitia di alcuni suoi compagni. Per opera del m. rev. p. maestro f. Giacomo Ricci dell’ordine di S. Domenico …, in Torino, per Bartolomeo Zappata, 1676 [I ed. Ricci: «in Roma, appresso Francesco Tizzoni, 1672»], I parte (numerazione propria), pp. 32, 283, 426, 435, 452.
  • Antonio Gallonio, Vita di San Filippo Neri, pubblicata per la prima volta nel 1601. Edizione critica a cura dell’Oratorio Secolare di S. Filippo Neri di Roma, a celebrazione del IV centenario della morte del Santo, con introduzione e note di Maria Teresa Bonadonna Russo, Presidenza del Consiglio dei Ministri, Dipartimento per l’informazione e l’editoria, Roma 1995, p. 389 (indice onomastico).
  • Il primo processo per san Filippo Neri nel codice vaticano latino 3798 e in altri esemplari dell’Archivio dell’Oratorio di Roma, edito e annotato da Giovanni Incisa della Rocchetta e Nello Vian, con la collaborazione di Carlo Gasbarri, 4 v., Biblioteca Apostolica Vaticana, Città del Vaticano 1957-1963 [I: Testimonianze dell’inchiesta romana: 1595, 1957; II: Testimonianze dell’inchiesta romana: 1596-1609, 1958; III: Testimonianze dell’inchiesta romana: 1610. Testimonianze «extra urbem»: 1595-1599, 1960; IV: Regesti del secondo e terzo processo. Testimonianze varie. Aggiunte e correzioni alle note dei volumi I-III. Indice generale, 1963], vol. IV, p. 429 (Indice generale).
  • Giovanni Marciano, Memorie historiche della Congregatione dell’Oratorio, nelle quali si dà ragguaglio della fondatione di ciascheduna delle congregationi sin’hora erette, e de’ soggetti più cospicui che in esse hanno fiorito …, 5 v., in Napoli, per il De Bonis stampatore arcivescovale, 1693-1702 [i singoli volumi sono così datati: I, 1693; II, 1693; III, 1698; IV, 1699; V, 1702], vol. I, pp. 2, 142.
  • [Pompeo Pateri], Memorie lasciate dal p. Pompeo Pachi (sic!) per negozi e cose spettanti alla Congregazione dell’Oratorio, a cura di Maria Teresa Bonadonna Russo, in Ead., Le «Memorie» del p. Pompeo Pateri d. O., “Archivio della Società romana di storia patria”, 97, 1-4, 1974 (stampa 1975), pp. 39-146: 55-146.

Bibliografia

  • Edoardo Aldo Cerrato, Il volto dell’Oratorio nel «De origine Oratorii» di Cesare Baronio, in Luigi Gulia, Ingo Herklotz, Stefano Zen (a cura di), Società, cultura e vita religiosa in età moderna. Studi in onore di Romeo De Maio, Centro di Studi Sorani «Vincenzo Patriarca», Sora 2009, pp. 61-83.
  • Antonio Cistellini, San Filippo Neri. L’Oratorio e la Congregazione oratoriana. Storia e spiritualità, prefazione di Carlo Maria Martini, 3 v., Morcelliana, Brescia 1989, vol. III, p. 2413 (Indice dei nomi di persona).
  • Giuseppe Finocchiaro (a cura di), I libri di Cesare Baronio in Vallicelliana, Biblioteca Vallicelliana, Roma 2008, p. 213.
  • Carlo Gasbarri, L’Oratorio romano dal Cinquecento al Novecento, Arti Grafiche D’Urso, Roma 1963 1962, pp. 157-160, 169.
  • Stefano Zen, Baronio storico. Controriforma e crisi del metodo umanistico, prefazione di Romeo De Maio, Vivarium, Napoli 1994.
  • Stefano Zen, Oratori devoti, combattenti spirituali, soldati di Cristo. Percorsi della perfezione cristiana in Italia nella prima età moderna, Loffredo, Napoli 2012, pp. 15-45 (cap. I, «L’Oratorio di Filippo Neri e la ‘perfezione’ della Chiesa primitiva»).
  • Stefano Zen, Filippo Neri e le «historie ecclesiastiche» di Baronio, in Paola Paesano (a cura di), Filippo Neri. Un santo dell’età moderna nel V centenario della nascita (1515-2015). Atti del Convegno di studi, Roma, Biblioteca Vallicelliana, 16-17 settembre 2015, Pliniana, Roma-Selci (PG) 2018, pp. 221-254.

Voci correlate

Nota bene

Questa voce fa parte della sezione trasversale Oratorio e Congregazione oratoriana: storia, spiritualità, politica culturale, dedicata all’Oratorio sorto per iniziativa di Filippo Neri, che da libero sodalizio conobbe nell’arco di un quarto di secolo una sua graduale evoluzione fino alla sua istituzionalizzazione nel 1575 (quando papa Gregorio XIII decise per decreto di costituire la Congregazione oratoriana), con l’obiettivo di costruire un repertorio di voci inerente non soltanto ai padri e ai fratelli laici che entrarono stabilmente nell’Oratorio filippino, ma allargato significativamente alle opere prodotte e diffuse dall’operoso laboratorio oratoriano, ai luoghi della Congregazione, alle personalità più o meno note che si riconobbero nella sua politica culturale, partecipando attivamente alle varie iniziative promosse e in particolare agli esercizi spirituali, considerati il nucleo pulsante del programma filippino.

Article written by Stefano Zen | Ereticopedia.org © 2023

et tamen e summo, quasi fulmen, deicit ictos
invidia inter dum contemptim in Tartara taetra
invidia quoniam ceu fulmine summa vaporant
plerumque et quae sunt aliis magis edita cumque

[Lucretius, "De rerum natura", lib. V]

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