Ministro del Sant'Uffizio nel Regno di Napoli

Dizionario di eretici, dissidenti e inquisitori nel mondo mediterraneo
Edizioni CLORI | Firenze | ISBN 978-8894241600 | DOI 10.5281/zenodo.1309444


Nel Regno di Napoli non si impiantarono né l'Inquisizione romana né l'Inquisizione spagnola (che operò invece nei regni di Sicilia e di Sardegna). Il potere inquisitoriale rimase dunque in mano ai vescovi e ai tribunali diocesani. Tuttavia, dopo la presenza di alcuni commissari delegati dell'Inquisizione romana a Napoli (il primo fu Scipione Rebiba nel 1553-55; il ruolo in genere coincideva con quello di vicario dell'arcidiocesi), nel 1585 fu istituita la figura del ministro del Sant'Uffizio nel Regno di Napoli (il primo fu Carlo Baldini, poi arcivescovo di Sorrento), di fatto un semplice rappresentante dell'Inquisizione romana con prerogative limitate in materia inquisitoriale.

Vedi anche: Lista dei Ministri del Sant'Uffizio nel Regno di Napoli

Bibliografia

  • Luigi Amabile, Il Santo Officio della inquisizione in Napoli, Lapi tip. ed., Città di Castello 1892
  • Romano Canosa, Storia dell'Inquisizione in Italia: dalla metà del Cinquecento alla fine del Settecento, vol. 5, Napoli e Bologna, Sapere 2000, Roma 1990.
  • Henry Charles Lea, The inquisition in the Spanish dependencies: Sicily-Naples-Sardinia, The Macmillan company, New York 1908.
  • Giovanni Romeo, L’Inquisizione nell’Italia moderna, Laterza, Roma-Bari 2002.

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et tamen e summo, quasi fulmen, deicit ictos
invidia inter dum contemptim in Tartara taetra
invidia quoniam ceu fulmine summa vaporant
plerumque et quae sunt aliis magis edita cumque

[Lucretius, "De rerum natura", lib. V]

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