Matteo dalle Maddalene

Dizionario di eretici, dissidenti e inquisitori nel mondo mediterraneo
Edizioni CLORI | Firenze | ISBN 978-8894241600 | DOI 10.5281/zenodo.1309444


Matteo dalle Maddalene (sobborgo di Vicenza), altre volte detto della Maddalena, è stato un eretico anabattista vicentino, condannato in via definitiva e messo a morte in Campo marzo a Vicenza nel 1570.

Di professione operaio tessile (battilana), fu convertito alle idee riformate da Giacometto stringaro, insieme alla moglie Lucrezia e al fratello Marcantonio dalle Maddalene.
Fu molto attivo nella comunità degli anabattisti vicentini e ospitava in casa sua riunioni del gruppo, dove ebbero luogo anche alcuni ribattesimi. Partecipò ai colloqui vicentini del 1550 ed aderì alla svolta antitrinitaria del movimento indotta da Girolamo Busale.
Il 31 ottobre 1551 Pietro Manelfi si presentò davanti all’inquisitore bolognese per denunciare tutti gli aderenti alle idee riformate con i quali era venuto in contatto e nell’elenco figurava anche «Mattheo da la Maddalena battilana et la moglie et la cugnata». La sera del 18 dicembre 1551 contro gli anabattisti veneti scattò la repressione delle autorità veneziane.
Il movimento subì un duro colpo ed anche gli anabattisti vicentini si dispersero: alcuni vennero arrestati, altri abiurarono, ma molti riuscirono a mettersi in salvo e andarono a costituire piccole comunità in Moravia, le cosiddette Congregazioni del bene comune.
Matteo dalle Maddalene, sfuggito all’arresto, alcune settimane dopo insieme ad altri preferì costituirsi spontaneamente. Affrontò il processo e lunghi interrogatori fra il dicembre del 1552 e febbraio dell’anno successivo. Infine abiurò ed ottenne di tornare in libertà; di lui non sappiamo nulla per quasi vent’anni.
Negli anni successivi Matteo tornò, probabilmente con maggiore cautela, a professare la sua fede e a cercare nuovi adepti. Ma evidentemente la sorveglianza su di lui ed il suo operato non era mai venuta meno e verso la fine degli anni ’60 l’Inquisizione di Vicenza lo fece arrestare. Era un relapso, ricaduto nell’eresia, e di conseguenza il tribunale vicentino nei primi mesi del 1570 lo condannò a morte assieme a Bartolomeo Belli di Arzignano, consegnandoli al braccio secolare.
Venezia era decisa ormai a troncare la diffusione dell’eresia protestante nelle terre della repubblica e il Consiglio dei Dieci il 26 maggio 1570 inviò una deliberazione secreta ai rettori di Vicenza per accelerare l’esecuzione della sentenza. Costoro, dopo aver tergiversato per un altro mese, pressati dal tribunale dell’Inquisizione vicentina e dal Consiglio dei Dieci, diedero disposizioni perché si procedesse contro i due, più un terzo di cui non venne riportato il nome e con un dispaccio del 30 giugno informarono il Consiglio dei Dieci che la sentenza capitale sarebbe stata eseguita quattro giorni dopo.
Martedì 4 luglio 1570 Matteo dalle Maddalene venne quindi messo a morte pubblicamente in Campo marzo. Per i tre eretici vicentini, relapsi e pertinaci, venne riservato il rito alla vicentina, vale a dire il rogo dopo la decapitazione.

Bibliografia

Article written by Silvano Fornasa | Ereticopedia.org © 2020

et tamen e summo, quasi fulmen, deicit ictos
invidia inter dum contemptim in Tartara taetra
invidia quoniam ceu fulmine summa vaporant
plerumque et quae sunt aliis magis edita cumque

[Lucretius, "De rerum natura", lib. V]

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