Da Canal, Marcantonio

Dizionario di eretici, dissidenti e inquisitori nel mondo mediterraneo
Edizioni CLORI | Firenze | ISBN 978-8894241600 | DOI 10.5281/zenodo.1309444


Marcantonio Da Canal è stato un patrizio veneziano del XVI sec., perseguitato dall'Inquisizione.

Sposò Marietta Bembo, figlia di Alvise Bembo e cugina di Alvise Malipiero. A sua volta Alvise Bembo era cognato di Vittore Soranzo, vescovo di Bergamo, avendone sposato la sorella Isabetta Soranzo. Marcantonio condivise con il suocero l'interesse di nuove idee religiose e vari amici eterodossi, tra i quali Cornelio e Girolamo Donzellini.
Sospettato sin dal 1565, a partire dalla primavera 1568 subì un'indagine inquisitoriale in quanto legato ad Andrea Da Ponte e fu incarcerato nel luglio 1568. Il suo nome fu citato da Lodovico Abbiosi e pre Fedele Vico (di cui Marcantonio si era servito come precettore per i figli) ed emerse che Marcantonio aveva ospitato in casa sua varie riunioni di eterodossi, nelle quali si leggevano libri proibiti e si discuteva di questioni di fede. Tentò di minimizzare le accuse, ma alla fine cedette e confessò i suoi errori, dichiarando di essere stato influenzato da Fedele Vico, Paolo Moscardo, da un anonimo frate predicatore, oltre che da Alvise Malipiero e Michiel schiavon.
Il 9 ottobre 1568 si sottomise all'abiura. Condannato a quattro anni di carcerazione nel convento dei minori conventuali e a varie pene spirituali accessorie, tale pena fu progressivamente allentata, concedendogli di risiedere periodicamente nelle proprie proprietà, e nel 1570 fu graziato. Nel novembre 1571, quando fu citato da Teofilo Panarelli durante il suo processo romano tra gli eterodossi da lui frequentati a Venezia prima della sua fuga dalla città lagunare nel 1568, Marcantonio era ormai rientrato nei ranghi dell'ortodossia.

Bibliografia

  • Francesca Ambrosini, Storie di patrizi e di eresia nella Venezia del ‘500, Franco Angeli, Milano 1999, ad indicem, in part. pp. 122-135.
  • John J. Martin, Venice's hidden enemies: Italian heretics in a Renaissance city, University of California Press, Berkeley 1993, pp. 160, 181.

Article written by Daniele Santarelli | Ereticopedia.org © 2020

et tamen e summo, quasi fulmen, deicit ictos
invidia inter dum contemptim in Tartara taetra
invidia quoniam ceu fulmine summa vaporant
plerumque et quae sunt aliis magis edita cumque

[Lucretius, "De rerum natura", lib. V]

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