Figueroa, Juan de

Dizionario di eretici, dissidenti e inquisitori nel mondo mediterraneo
Edizioni CLORI | Firenze | ISBN 978-8894241600 | DOI 10.5281/zenodo.1309444


Juan de Figueroa (Oropesa, 1510 - Gaeta, 27/28 luglio 1559) è stato un nobile, funzionario e diplomatico spagnolo.

Biografia

Membro della potente famiglia degli Álvarez de Toledo, nel 1555 era castellano di Milano al servizio di Fernando Álvarez de Toledo, duca d'Alba, allora governatore spagnolo dello Stato milanese. L'anno seguente passò quindi nell'Italia meridionale, sempre al servizio del duca d'Alba, nominato viceré di Napoli. Nel 1557 trattò con Cosimo de' Medici per conto di Filippo II la cessione di Siena allo Stato toscano. Nell'agosto di quello stesso anno fu nominato governatore di Milano, carica che occupò fino al settembre 1558, allorché Filippo II lo designò ambasciatore a Roma. Durante il governatorato di Milano dovette gestire il delicato affare della presa di possesso dell'arcivescovado della città da parte di Filippo Archinto.
La sua nomina ad ambasciatore a Roma non fu riconosciuta da Paolo IV, che lo definì eretico e scomunicato. Solo dopo difficili trattative, nel luglio 1559 papa Carafa si risolse a consentirgli l'accesso a Roma. Troppo tardi poiché Figueroa, colto da improvvisa malattia, morì a Gaeta nella notte tra il 27 e il 28 luglio.

Non è chiaro se Juan de Figueroa avesse effettivamente avuto rapporti con valdesiani e "spirituali" e senz'altro Paolo IV era prevenuto nei confronti di Figueroa per il suo servizio al fianco del duca d'Alba, nemico di papa Carafa nella guerra da lui condotta contro il Regno di Napoli nel 1556-57. Non poco peso ebbero inoltre l'atteggiamento tenuto da Figueroa nell'ambito dell'affaire Archinto nonché le manovre di Francisco Vargas e del cardinale Pedro Pacheco, interessati a mantenere il privilegio di rappresentare la corona di Spagna a Roma. Il nome di Figueroa figura peraltro negli incartamenti del processo contro Pietro Carnesecchi sotto Pio V (all'antico protonotario fiorentino furono richieste informazioni su di lui anche perché la malattia e la morte di Figueroa a Gaeta erano menzionate nel carteggio di Giulia Gonzaga sequestrato dal Sant'Uffizio).

Bibliografia

  • Massimo Carlo Giannini, «Per beneficio della Città e Religione». Governo politico e Inquisizione nello Stato di Milano a metà Cinquecento, in L'Italia di Carlo V. Guerra, religione e politica nel primo Cinquecento, a cura di Francesca Cantù e Maria Antonietta Visceglia, Viella, Roma 2003, pp. 303-336.
  • Massimo Carlo Giannini, Fortune e sfortune di un ambasciatore: il fallimento della missione a Roma di Juan de Figueroa (1558-1559), in "Roma moderna e contemporanea", XV, 2007, pp. 95-129.
  • Daniele Santarelli (a cura di), La corrispondenza di Bernardo Navagero, ambasciatore veneziano a Roma (1555-1558), Aracne editrice, Roma 2011, vol. 2, pp. 803, 816.
  • Processo Carnesecchi, vol. II, t. II, pp. 404-405.

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Article written by Daniele Santarelli | Ereticopedia.org © 2013

et tamen e summo, quasi fulmen, deicit ictos
invidia inter dum contemptim in Tartara taetra
invidia quoniam ceu fulmine summa vaporant
plerumque et quae sunt aliis magis edita cumque

[Lucretius, "De rerum natura", lib. V]

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