Glorioso Rimpatrio (1688)

Dizionario di eretici, dissidenti e inquisitori nel mondo mediterraneo
Edizioni CLORI | Firenze | ISBN 978-8894241600 | DOI 10.5281/zenodo.1309444


Con l'espressione Glorioso Rimpatrio (in francese Glorieuse Rentrée) ci si riferisce a una coraggiosa azione militare da parte dei valdesi delle valli piemontesi, che nel 1688 riuscirono a rioccupare le terre da cui erano stati precedentemente espulsi.

I valdesi erano stati espulsi dalle loro valli a seguito di un editto del duca di Savoia Vittorio Amedeo II, che recepiva l'editto di Nantes di Luigi XIV che espelleva gli ugonotti dal Regno di Francia.

Dopo alcuni indugi e scontri armati, i valdesi furono costretti all'esilio in massa verso la Svizzera.
Tra questi Henri Arnaud (1641-1721), nato a Embrun in Francia da una famiglia ugonotta e trasferitosi con i suoi in Val Pellice in giovane età, all'epoca dei fatti pastore a Torre Pellice, che si mise subito a progettare un rientro tramite un'azione militare a sorpresa. Ottenuto l'aiuto del sovrano olandese Guglielmo III d'Orange e reclutati tra le sue fila anche diversi ugonotti francesi, partì da Prangins, nei pressi di Ginevra, alla testa di un esercito di un migliaio di uomini, nell'agosto 1688. Dopo una avventurosa marcia attraverso le Alpi il piccolo esercito sconfisse in ripetuti scontri francesi e piemontesi, rioccupando la Val di Susa. Si sarebbe tuttavia dovuto arrendere alle forze preponderanti del nemico se nel 1690 il duca di Savoia non avesse rotto l'alleanza col re di Francia, schierandosi a favore della Lega d'Augusta. La mutata situazione politico-militare indusse il duca ad un accordo con i valdesi che poterono restare nelle loro terre, ottenendo libertà di culto (maggio 1694), in cambio dell'alleanza anti-francese.
Nel 1698 il duca di Savoia strinse quindi la pace col re di Francia, ottenendo il possesso di Pinerolo e della Val di Susa. Espulse quindi dalle valli tutti i riformati nati nei domini del re di Francia. Lo stesso Arnaud fu costretto ad espatriare e, dopo varie peregrinazioni, morì infine in esilio a Schönenberg nel 1721.

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et tamen e summo, quasi fulmen, deicit ictos
invidia inter dum contemptim in Tartara taetra
invidia quoniam ceu fulmine summa vaporant
plerumque et quae sunt aliis magis edita cumque

[Lucretius, "De rerum natura", lib. V]

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