Giacomelli, Giacomo

Dizionario di eretici, dissidenti e inquisitori nel mondo mediterraneo
Edizioni CLORI | Firenze | ISBN 978-8894241600 | DOI 10.5281/zenodo.1309444


Giacomo Giacomelli (Roma, ca. 1498 - Roma, ca. 1560) è stato un vescovo del XVI secolo, fiero intransigente ed avversario degli "spirituali".

Dottore in medicina presso la Sapienza di Roma, dal 1539 insegnò filosofia e teologia nella stessa università. Nel 1542 ebbe un feroce scontro con Antonio Bernardi della Mirandola, il quale giunse fino ad accusarlo di eresia. In realtà Giacomelli fu un fiero intransigente. Vescovo di Belcastro (in Calabria) dal 1542, partecipò al concilio di Trento, essendo presente nella città fin dalla fase preparativa del 1542-43 (pur contrario allo svolgimento del concilio proprio a Trento, città da lui non considerata adatta), e scontrandosi da subito con Giovanni Morone. Di concerto con il Grechetto, fece attiva propaganda contro Morone e contro gli "spirituali". Nell'estate 1546 riuscì ad essere nominato commissario del concilio in sostituzione di Giovanni Tommaso Sanfelice, protagonista di una clamorosa rissa con il Grechetto. Seguì con soddisfazione il trasferimento del concilio a Bologna. Molto duro nei confronti delle prerogative imperiali affermò che sarebbe stato opportuno far buttare "in una notte in cesso" o in alternativa "ammazzare o gittare in fiume" il rappresentante di Carlo V, Francisco Vargas. Rinunciò al suo vescovado (dove non fece mai residenza) nel 1552. Nel 1556 depose contro il cardinal Morone, ma ritrattò la propria deposizione il 24 agosto 1559, poco dopo la morte di Paolo IV (avvenuta il 18 agosto 1559).
Morì forse nel 1560.

Bibliografia

  • Processo Morone2, vol. 1, pp. 755 sgg. e ad indicem.
  • Michele Di Sivo, Giacomelli, Giacomo, in DBI, vol. 54 (2000).

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et tamen e summo, quasi fulmen, deicit ictos
invidia inter dum contemptim in Tartara taetra
invidia quoniam ceu fulmine summa vaporant
plerumque et quae sunt aliis magis edita cumque

[Lucretius, "De rerum natura", lib. V]

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