Arquato, Antonio

Dizionario di eretici, dissidenti e inquisitori nel mondo mediterraneo
Edizioni CLORI | Firenze | ISBN 978-8894241600 | DOI 10.5281/zenodo.1309444


Antonio Arquato, noto anche come Arcoato o Torquato, è stato un medico ed astrologo ferrarese, vissuto alla fine del XV sec.

Vita e opera

Da più di un secolo, illustri studiosi di storia del Rinascimento si sono dedicati alla figura e opera del ferrarese Antonio Arquato (o Arcoato o Torquato). Il motivo di tanto interesse risiede in un suo pronostico di cui – allo stato – è ancora difficile ricostruire esattamente le versioni e le vicende. Un notevole apporto di ricognizione è stato ultimamente eseguito da Germana Ernst1, la quale tuttavia in chiusura auspicava che “sarebbe un lavoro davvero meritorio ricostruire le vicende dell’opuscolo e fare luce sui percorsi attraverso i quali una scarna paginetta profetica … si poneva come una prefigurazione, offrendone una puntuale chiave interpretativa, degli eventi politico-religiosi più significativi del secolo.2
Il titolo latino nell’edizione del 1534 (proveniente dalla biblioteca degli elettori palatini di Heidelberg) è: De eversione Europae prognosticon D. Magistri Antonii Torquati Artium et medecinae Doctoris Ferrarriensis, Clarissimique astrologi, ad serenissimum Mathiam Regem Ungarorum anno Christi 1480 conscriptum, ab eodem anno usque ad 1538 durans. La versione italiana (edizione conservata al British Museum di Londra, e datata «1505?» secondo lo Short-title of Books printed in Italy and of Italian Books printed in other Countries from 1465 to 1600 now in the British Museum) reca invece un titolo un po’ diverso: Pronostico generale et divino di messer Antonio Arcoato Ferrarese fatto nell’anno 1480 al Serenissimo Re d’Ungharia de tutte le guerre successe in Italia, et fora d’Italia per infin’al 1550 fra i Christiani: e Turchi et altre nationi.

Dai titoli si rileva quindi che il pronostico sarebbe stato redatto nell’anno 1480.

Se procediamo in ordine cronologico, registriamo però che lo studioso tedesco J. Rohr, nel 1896, secondo quanto scrive Lynn Thorndike, “ha affermato che il lavoro è stato in realtà composto nel 1527-1528, evidenziando che tutte le precise e veridiche predizioni si riferiscono ad eventi anteriori al 1528, mentre tutte quelle vaghe ed erronee sono per gli anni successivi…3
Thorndike osserva però che il Rohr aveva utilizzato un’edizione non antecedente a quella del 1534 e che fosse, al tempo, normale conformare più precisamente agli eventi il testo delle edizioni successive alla prima, come si può osservare nel testo del pronostico conservato nella biblioteca Estense, chiosato a margine.
Successivamente, il pronostico viene studiato a più riprese da Delio Cantimori, il cui contributo più importante risale al 19574. Lo studioso scrive che del pronostico “non si conosce l’originale, ma solo un evidente rifacimento, ripreso e variamente citato durante il Cinquecento e oltre.” Ed in nota: “Questo pronostico ha una sua storia particolare e una notevole «fortuna» di carattere non solo politico-propagandistico, ma astrologico-religioso.5
Sempre nel 1957, il francese Marcel Bataillon si dice convinto che il testo conservato al British Museum di Londra “dovrebbe adottare come data ipotetica di questa pubblicazione italiana non il 1505 né il 1510, ma «verso il 1545»” ma al contempo raccomanda: “ varrebbe la pena di fare, una volta per tutte, l’inventario delle edizioni del XVI e XVII secolo oggi conservate in latino, francese, tedesco, inglese, spagnolo e di notare accuratamente le variazioni di contenuto del Pronostico.6
A Eugenio Garin il merito di imprimere una svolta decisiva a questa appassionante indagine. Nel 1962 il Dizionario Biografico degli Italiani, vol. IV, alle pagine 299-301 riporta la voce "Arquato, Antonio" curata dal grande studioso. Non sarà inutile riportarne qui alcuni stralci.

“Ben poche le notizie sicure su di lui ed oscillante perfino la forma del nome, ora in stampe e manoscritti latini Torquatus, ora italianamente Arcoato, ma sempre Arquato e Arquatus nelle edizioni uscite lui vivente. Ferrarese si dice nei pronostici da lui pubblicati per gli anni dal 1491 al 1495. Celebrato come astrologo insigne da scrittori contemporanei o di poco più tardi, il Borsetti avanzò l’ipotesi che fosse stato maestro nello Studio ferrarese, ma senza addurre documento alcuno. In realtà nel pronostico italiano per il 1494, stampato a Ferrara il 9 dic. 1493, egli si dice per la prima (e unica) volta «doctor de la arte de medicina»; così come nel breve pronostico latino per il medesimo anno si legge: «compendium parvulum, quod XXI augusti in gymnasio meo ferrariensi condidi». […] Medico e astrologo, la sua attività principale dovette esser la medicina; a più riprese, infatti, sottolinea che ai calcoli astrologici si dà solo quando gli è lasciato il tempo. […] Tutte le nostre notizie si ricavano attualmente dai cinque pronostici a stampa , o ci riconducono nel giro di quei cinque anni. Il documento più notevole dell’eco della sua attività è, infatti, un Iudicium eversionis Europae dei tre astrologi Carolus Drusianus, Odoardus Famiensis e Americus Polonus, che si suppone siano stati al servizio di Mattia Corvino. Il Drusianus rivolgendosi all’A. gli ricorda la predizione de eversione Europae, da lui dedicata appunto «Matthiae Voivodae Regi Ungariae »7.”

Il Garin riprende ancora l’argomento in uno scritto (che pensiamo sia definitivo per la risoluzione del problema) apparso nel 19698.
Innanzitutto occorre spiegare dove risiede l’importanza della predizione dell’Arquato: essa preannuncia,fra l’altro, niente meno che la riforma luterana ed il Sacco di Roma del 1526-1527! Leggiamo ora un brano tratto dalla versione italiana dello scritto dell’Arquato, versione conservata presso il British Museum.

“Verrà da Settentrione un gran Principe d’heretici sollevando popoli contra i voti della Chiesa Romana con aiuto dei grandi Principi Settentrionali il quale farà e dirà cose grandi, appariranno allhora molti hipocriti cercandosi esaltationi et honori, acquisteranno dignità ecclesiastiche; grandissima confusione sarà nella Chiesa di Dio sino attanto, dopo ammazzati molti ecclesiastici ostinati al male e per forza di grandissime tribolationi conversi a Dio, i cattivi costumi mutati in buoni, tolte via le leggi e usanze inique, e scancellati i pessimi instituti, et in sante e giuste leggi e usanze e instituti pii saranno conversi, si rinnoverà tutto lo Stato della Chiesa e a guisa di sole nascente, bello per un chiaro sereno, riguardevole splenderà sulla terra. Ma non però si farà subito fine: perché quasi per ispatio di otto anni la navicella di Pietro fluttuerà, ma non sarà oppressa dai flutti, talmente ch’ella non riesca migliore e più soda e più splendida dell’usato, condurrà preciose merci in cielo.9

Il brano concorda con quanto riscontrato dal Thorndike, che dichiara di avere esaminato un manoscritto in latino conservato presso la Biblioteca Apostolica Vaticana sotto la segnatura Barb. 904. Il grande studioso americano rileva che l’attenzione dell’estensore è indirizzata alla congiunzione dei pianeti superiori che sarebbe avvenuta nel segno del Cancro nel marzo del 1504, preceduta da un’eclisse di Luna tra Virgo e Pisces. Secondo il Thorndike: “Non vi sono dunque buone ragioni per dubitare che il pronostico del manoscritto Barberini fosse redatto prima del 1507, e presumibilmente prima della congiunzione ed eclissi del 1504.10” Lo studioso concludeva: “L’intero pronostico, come lo troviamo nelle edizioni del 1534 e successive, non era totalmente truccato. Abbiamo piuttosto a che fare con una serie di profezie e successive correzioni che furono più tardi fuse in un singolo insieme. […] Alle predizioni che si avveravano o sembravano avverarsi furono attribuite post eventum le date appropriate ed esatte, e furono associate agli autentici avvenimenti storici cui sembravano riferirsi. Ciò veniva fatto, apparentemente, a margine di vecchie copie manoscritte, poi incorporate nel testo e stampate nelle edizioni successive. D’altra parte, le predizioni che non si erano avverate al momento o momenti originariamente previsti erano spostate avanti nel futuro, come la perdita di Costantinopoli per i Turchi, che fu promessa inizialmente per il 1507 e poi almeno per il 1538. E ciò non era, per l’esattezza, truccare le carte. Talmente tante delle precedenti predizioni del Torquato sembravano corrispondere ai successivi eventi che il suo nome e i suoi pronostici avevano suscitato un’impressione favorevole, di modo che si credeva o sperava o temeva che il resto delle sue profezie si sarebbero avverate o avrebbero potuto finalmente avverarsi.11

Abbiamo però visto che la posizione del Thorndike era rimasta minoritaria fino a un rinvenimento di Garin, di cui ora diamo conto.
Scrive il Garin: “Si tratta di una breve stampa di quattro carte, dal titolo Judicium eversionis Europae, di cui si conosce un solo esemplare, a Perugia, e che i compilatori dell’Indice degli Incunaboli (con l’Accurti) affermano stampato intorno al 1493 a Bologna da Ercole Nani (editore nel ’93 del pronostico dell’Arquato per il ’94). Una versione italiana del tutto corrispondente (Judicio de la eversione de Europa) anch’essa di quattro carte (un profano la giudicherebbe della stessa edizione), esiste al British Museum, il cui catalogo la dà come, appunto, di Ercole Nani di Bologna, riportandola però, dubitativamente, al 1504. Si tratta, come si è detto, di un testo singolare: è un’epistola che tre astrologi, Carolus Drusianus, Odoardus Famiensis (nella versione italiana è Farmiense) e Americus Polonus indirizzano all’Arquato. In realtà è il Drusianus che la stende narrando come, essendo pervenuta ad alcuni principi d’Europa una epistola in cui l’Arquato annunciava i terribili effetti delle congiunzioni del 1504 – 1507, si era riunita per loro incarico una commissione presso il Drusianus che la presiedeva. I tre esperti in astrologia avevano studiato lo scritto dell’Arquato e steso una relazione che gli mandavano, in cui risultava che la catastrofica profezia era ben fondata in base alla scienza astrologica (considerato anche che l’Arquato non aveva fornito le basi astrologiche delle sue previsioni, formulate dogmaticamente). Nella lettera-relazione sono citati con esattezza alcuni degli annunci più clamorosi, fra l’altro quello del ‘grande eresiarca’, quali appunto si trovano nel contestato pronostico. Il Bataillon non ha ritenuto rilevante il documento, ed ha mantenuto l’opinione che tutto il pronostico si debba riportare al quarto decennio del secolo XVI. Per poterlo fare, tuttavia, è ormai necessario dimostrare, contro il parere dei tecnici, che anche la relazione dei tre astrologi è stata stampata non nel Quattrocento ma nel Cinquecento avanzato, e che si tratta di un falso costruito per confermare il pronostico. Falso, si deve aggiungere, sfuggito poi ai diffusori cinquecenteschi del pronostico stesso, che non l’hanno mai riprodotto ad avvalorarlo.12

Aggiungiamo infine che questo documento risulta a sua volta attestato da un Judicium universale che l’astrologo Gaspare Torrella componeva a Roma, dedicandolo a Cesare Borgia, nel 150713.

Ciò detto, si propone di seguito la traduzione italiana14 dell’originale latino (versione di Eugenio Garin, collazionata con l’esemplare italiano del British Museum) della relazione della commissione di astrologi.

IUDICIUM EVERSIONIS EUROPAE

All’eccellentissimo astrologo Antonio Arquato gli astrologi Carolus Drusianus Odoardus Famiensis e Americus Polonus s.p.d.

Forse si meraviglieranno, o Antonio, le tue sublimi virtù perché noi abbiamo osato porre le mani nelle tue cose: tu stimerai forse che noi lo abbiamo fatto per mostrare che esse sono difettose o in qualche parte incomplete. Ma tieni per fermo che non è stata questa la causa; anzi giudichiamo le tue opere più divine che umane e celebriamo il tuo nome con grande venerazione, soprattutto perché tu sei colui al quale noi tutti astrologi teniamo molto perché ci hai già dimostrato che la nostra astrologia è divina, come di fatto è, e certamente la più eccellente di tutte le scienze, nel vedere le meraviglie che tu solo - ci perdonino gli altri - predicesti sempre con tanto grande precisione e verità nei tuoi pronostici. Per questo, o Antonio, nostro onore, sappi che in nessun modo abbiamo fatto queste cose per volere offuscare le tue virtù già più brillanti del sole; al contrario la causa di queste fu una certa copia di una tua lettera inviata ai nostri principi, che tu scrivesti un’altra volta a Mattia voivoda Re di Ungheria, dove con grande commento si leggevano cose tanto eccelse e piene di stupore, che i lettori non potevano restare senza ammirazione; e per questo siamo stati esortati e pregati pubblicamente dai nostri principi, perché volessimo più diffusamente e chiaramente interpretare ed esaminare queste tue epitomi, se fossero state pubblicate razionalmente, come credevano, affinché essi stessi poi comprendessero tutto. Per la qual cosa Odoardo e Amerigo vennero da me, e tutti insieme esaminammo questa tua lettera e, come crediamo, trovammo le cause e le ragioni tue per cui tu hai con molta perspicacia pronosticato tutto. E dopo avere esaminato tutto diligentemente, decidemmo che questi nostri studi non dovessero perdersi, ma volemmo comunicarne una parte ai nostri intimi con tua lode; per la qual cosa ti preghiamo di non sopportarlo a malincuore. Veniamo alla sostanza.
Nella tua lettera sono contenute queste parole:
“L’incontro dei più pesanti e il legame delle sfortunate e la congiunzione minore dei superiori verso l’immagine del Cancro nell’anno 1504, del cui anno la precedente venuta primaverile lunare sarà eclisse nel XXI della Vergine, mentre il Cancro nella rivoluzione occuperà l’angolo dei re fino a metà dell’Europa, presagiscono tante orrende e mirabili cose nell’orbe, che intorno all’anno di Cristo 1507 tutto il mondo sarà degno di pianto. Sarà distrutto infatti il dominio di Costantinopoli e finirà, essendo stati indeboliti i Turchi da crudelissime stragi, e queste cose avverranno non solo da parte degli stranieri, ma anche dalla discordia fra i suoi principi sorta da guerre funeste per tutta la Grecia e l’Asia minore tormentate allora da una violentissima peste, quando il dominio cadrà a causa della stirpe degli Ottomani”.
Diciamo, o Antonio splendore degli astrologi, che tu hai detto questo, come crediamo, perché la città di Costantinopoli è posta sotto il segno del Cancro dove nella rivoluzione del 1504 si trovavano nel mezzo del cielo al meridiano di Costantinopoli Saturno e Marte congiunti e dopo otto giorni centralmente più legati nell’ascendente presso due stelle fisse della natura di Mercurio e di Marte, mostrandosi Marte elevato sopra Saturno: la qual congiunzione in casa decima significa distruzioni e cambiamenti di regni, morti e fughe di principi con guerre assai feroci, e ciò che è legato all’ascendente predice un’orribile peste, e poiché la predetta congiunzione è avvenuta nel Cancro dominatore di quei luoghi, tali effetti pertanto avverranno in dette regioni, la qual cosa è rinforzata dalla congiunzione di Giove con Saturno nel Cancro stesso, nel quale prima c’era la congiunzione di Giove con Marte, essendo la Luna signora del grande cerchio e anche dominatrice della congiunzione nella rivoluzione del mondo opposta al luogo della congiunzione dei superiori, nella quale Saturno si avvicinerà di più all’apice del suo epiciclo, nel Cancro in cui Marte nell’ora predetta fu trovato in eclisse e Giove nella casa della morte; per la qual cosa i cristiani allora se fossero preparati potrebbero facilmente riprendere Costantinopoli. E quando hai detto, che “l’Africa devastata da guerre sanguinose e dalla peste cacciati i re verrà debellata da principi stranieri”, e che “la città delle Venezie sarà tormentata da una crudele pestilenza e da guerre spaventose e oltremodo smisurate sorte contro lo stato, quando nemici fortissimi saranno in tal modo vincitori e potenti che i Veneti costretti per la strage e le sventure ritorneranno alla difesa delle Venezie, cose tutte che gli stati dei Milanesi e dei Lucchesi dovranno temere allo stesso modo”: Aggiungiamo che hai giudicato queste cose con le medesime suddette ragioni poiché quelle potenze e luoghi sono collocati proprio sotto il Cancro, dove non solo questi luoghi ma anche tutti gli altri situati sotto quel segno debbono temere. E poiché hai detto che “apparirà da settentrione un principe fortissimo con grandi eserciti debellando popoli, espugnando città e potentati con terrore orribile e guerre ferocissime per gli uomini, noi riteniamo che ciò avverrà a causa delle predette congiunzioni nella triplicità settentrionale, che indicano, come è esposto, apparizioni di principi che espugnano stati con morte e fuga di grandi signori: il qual segno di congiunzioni era nella rivoluzione nell’angolo regio, per la qual cosa da qui discende la causa per cui hai detto “i Tartari e gli Sciti saranno sul punto di penetrare in Europa con grandi e cruenti eserciti debellando popoli e distruggendo città nel settentrione”. Hai detto anche: “ci sarà la peste per tutta Europa con una mortalità e carestia tanto grandi che pochi sopravviveranno”. Crediamo che queste cose le minacci la predetta congiunzione di Saturno e di Marte nel Cancro, rafforzata dalle altre due congiunzioni e non meno dall’eclisse fatta nel segno umano. Inoltre hai detto: “i diluvi delle acque sommergeranno popoli, città e ampie regioni”. Facilmente queste cose sono comprese fra i detti di quegli astrologi che dicono che le congiunzioni dei superiori fatte nel Cancro indicano diluvi e allagamenti e terremoti che allora infesteranno tante regioni e città. Dalle medesime congiunzioni si comprende che la Luna era nella rivoluzione del mondo in un segno di terra opposta al luogo di congiunzione di Giove con Saturno e non meno lo prova Mercurio dominatore dell’eclisse fatta in un segno di terra. Quando dici “il mare sarà pieno di pirati e di flotte che spoglieranno con grande terrore regioni e città marittime”, anche questo sappiamo che lo hai affermato per la congiunzione di Marte e di Saturno in un segno d’acqua dominatore del mare e delle sue rive, che si era trovato nel mezzo del cielo nella rivoluzione del mondo. Dove hai scritto che “tante ferocissime guerre vi saranno fra i Franchi costretti allora da una funesta calamità e così fra gli Alemanni gli Angli e i Pannoni, che il genere umano a stento potrà sopportare tanto grande mortalità di uomini, da far piangere coloro che se lo aspettano e da far piangere i nemici della supremazia romana”: noi abbiamo appreso queste cose, o uomo glorioso, anche dalle suddette terribili congiunzioni delle stelle erratiche (pianeti); le quali stelle, come è noto ai più dotti astrologi, governano quei luoghi come dalle cose dette, e perché lo stesso Cancro sfortunato (afflitto) è la casa dei nemici della supremazia romana. E così più temano i suoi nemici, sebbene in una parte stiano per prosperare proprio perché l’Italia è collocata sotto il Leone, la cui casa nemica è il Cancro, per le medesime ragioni sappiamo che tu espertissimo hai affermato quelle asprissime persecuzioni, che arriveranno in Italia e che i suoi confini, come dici, verranno devastati da nemici esterni, oltre alle guerre feroci che avverranno fra i suoi principi con grandi sventure dei popoli.
E quando hai detto “la chiesa romana sarà contristata da armi e guerre di nemici, si rattristeranno cardinali, e molti prelati espulsi e privati dei beni, quando il pontefice per una volta sarà profugo, fra i quali vi saranno non solo nemici esterni, ma anche protettori della chiesa contro di lei colpita da mille ansietà e sventure. Ma dopo ciò col suffragio dei cristiani fedeli e con la forza persone capaci terranno la sede romana”. Crediamo che la causa di questo debba essere l’eclisse fatta nella casa della religione, essendo Mercurio dominatore dell’eclisse e signore della nona rivoluzione combusto al tempo della congiunzione di Saturno e di Giove, e non meno testimonia questa stessa cosa la Luna signora della grande orbita e del segno delle congiunzioni sopraddette nella congiunzione di Saturno e di Giove posta vicino alla casa nona della rivoluzione, poiché prima Giove oppresso da Marte in eclisse era stato nella casa della morte. E poiché con somma abilità hai predetto “circa in questi tempi solo quei prelati prospereranno con successo, e saranno sicuri dalle tribolazioni, che seguiranno la solerzia e la previdenza dei servitori a sé non conterranei, quando per la solerzia di un servo non conterraneo un altro prelato giungerà al sommo grado nella chiesa di Dio”: queste cose sono espresse da Mercurio significatore dei letterati dei cancellieri e dei servitori, signore dell’angolo regio e della casa della religione nella rivoluzione del mondo, che sarà secondo il desiderio servitore dell’eclisse fatta nella casa dei prelati, poiché proprio Mercurio è il separatore della congiunzione che precedette la venuta di Cristo nella rivoluzione nel sestile di Venere signora dell’ascendente al meridiano di Roma condannata poi da Marte nell’ora della congiunzione di Saturno e di Giove, nel cui meridiano anch’esso dominerà nella casa degli esterni. E poiché hai detto “verrà da settentrione un grande eresiarca sovvertendo i popoli contro i voti della sede apostolica con l’aiuto dei grandi principi settentrionali, e che molti ipocritamente sembreranno allora cercare la propria elevazione”: ciò invero crediamo lo causerà la Luna dominatrice del segno settentrionale delle congiunzioni fraudolente nel legame di Saturno con Giove che si trova alla nona casa della rivoluzione, il cui signore era Mercurio trovato in congiunzione di Saturno e di Giove sotto i raggi del Sole nella propria casa essendo egli stesso il dispositore della predetta eclisse, che aveva patito nella casa della religione vicino alla coda del Dragone, il quale Mercurio invece era oppresso nella rivoluzione dal quadrato di Saturno essendo stato Giove condannato nelle congiunzioni. Quanto al tempo che hai stabilito dovessero apparire questi effetti, rispondiamo con te che in alcuni luoghi sarà più presto in altri più tardi, secondo la proporzione delle distanze del luogo della congiunzione nei confronti delle ascensioni nella rivoluzione del mondo. Altre cose che là sono contenute sulle guerre orientali del Surcassano del Persiano e del Soldano e degli altri signori infedeli a noi non compete cercare. Queste poche cose invero, o Arquato salvezza degli astrologi, sopporta di buon animo, infatti confidando nelle tue famosissime virtù, la cui altezza sembra essere penetrata per tutti i cieli e tutti gli astri, e nella tua umanità, abbiamo scritto per svelare il fulgore dell’astrologia imperatrice delle scienze.
Fine.

Bibliografia

  • Marcel Bataillon, Mythe et connaissance de la Turquie en occident au milieu du XVI siècle, in Venezia e l’Oriente fra tardo Medioevo e Rinascimento, Sansoni, Firenze, 1966.
  • Delio Cantimori, Umanesimo e religione nel Rinascimento, Einaudi, Torino, 1975.
  • Germana Ernst, Aspetti celesti e profezia politica sul prognostico di Arquato, in "Bruniana & Campanelliana", XI/2, 2005.
  • Eugenio Garin, Arquato, Antonio, in DBI, Vol. 4 (1962).
  • Eugenio Garin, L’Età nuova, Morano, Napoli, 1969.
  • Lynn Thorndike, A history of magic and experimental science, Columbia University Press, New York, 1934, 1941.
  • Paola Zambelli, Fine del mondo o inizio della propaganda? in Scienze, credenze occulte, livelli di cultura, Olschki, Firenze, 1982.
  • Paola Zambelli (ed.), Astrologi hallucinati, Walter de Gruyter, Berlin, 1986.

Article written by Enzo Barillà | Ereticopedia.org © 2016

et tamen e summo, quasi fulmen, deicit ictos
invidia inter dum contemptim in Tartara taetra
invidia quoniam ceu fulmine summa vaporant
plerumque et quae sunt aliis magis edita cumque

[Lucretius, "De rerum natura", lib. V]

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