Zantani, Andrea

Dizionario di eretici, dissidenti e inquisitori nel mondo mediterraneo
Edizioni CLORI | Firenze | ISBN 978-8894241600 | DOI 10.5281/zenodo.1309444


Andrea Zantani (Centani) è stato un patrizio veneziano del XVI sec., vescovo di Limassol, perseguitato dall'Inquisizione.

Biografia

Nato all'inizio del XVI sec., membro di una importante famiglia patrizia, negli anni trenta si trasferì a Roma al seguito del cardinale Marco Corner. 

Nel 1539 fu nominato vescovo di Limassol (nell'isola di Cipro). Scelse come suo vicario l'agostiniano milanese Ambrogio Cavalli, perseguitato dal Sant'Uffizio (processato nel 1545, quindi fuggito a Ginevra e, dopo esser stato, catturato durante una missiona a Ferrara, per conto di Calvino, morto sul rogo nel 1556), il che attirò su di lui i primi sospetti di eresia.

Partecipò al concilio di Trento nel 1545-46. In seguito si stabilì a Conegliano, dove favorì il movimento eterodosso, avvicinandosi a posizioni radicali ed anabattiste. Un'indagine inquisitoriale diretta contro di lui nel 1549 non ebbe esito, anche e soprattutto per la morte di Paolo III: Zantani visse in tranquillità negli anni del papato di Giulio III.

Ma sotto papa Paolo IV la persecuzione si riattivò. Nel 1557 Zantani fu arrestato a Venezia; da Roma venne richiesta l'estradizione e inoltre fu avviata la pratica per la sua deposizione dal vescovado di Limassol. Il caso Zantani riecheggia nei dispacci degli ambasciatori veneziani a Roma Bernardo Navagero e Alvise Mocenigo. Quest'ultimo il 27 giugno 1558 lo riferiva prigioniero a Roma, e il 10 agosto 1558 dava notizia della sua deposizione e condanna.

Il 18 agosto, tuttavia, moriva Paolo IV: il popolo romano assalì il palazzo dell'Inquisizione a Ripetta e liberò i prigionieri, che si diedero alla fuga: tra questi, riferiva ancora il Mocenigo, c'erano Bartolomeo Spadafora e Andrea Zantani.

Dopodiché Zantani si rifugiò in Svizzera (nel 1561 si trovava a Chiavenna, secondo una lettera del nunzio in Germania Zaccaria Dolfin a Carlo Borromeo datata 14 maggio 1561). Da qui in poi si perdono le sue tracce (la data di morte non ci è nota).

Bibliografia

Link

Article written by Daniele Santarelli | Ereticopedia.org © 2013

et tamen e summo, quasi fulmen, deicit ictos
invidia inter dum contemptim in Tartara taetra
invidia quoniam ceu fulmine summa vaporant
plerumque et quae sunt aliis magis edita cumque

[Lucretius, "De rerum natura", lib. V]

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