Fedeli, Alessandro

Dizionario di eretici, dissidenti e inquisitori nel mondo mediterraneo
Edizioni CLORI | Firenze | ISBN 978-8894241600 | DOI 10.5281/zenodo.1309444


Alessandro Fedeli (Ripatransone, 1529 – Roma, 27 ottobre 1596), presbitero della Congregazione dell’Oratorio e fedelissimo di Filippo Neri, è stato tra i primi a far parte della comunità di S. Giovanni dei Fiorentini con i più giovani Cesare Baronio e Giovanni Francesco Bordini.

Biografia

Il marchigiano Alessandro Fedeli era nato a Ripatransone nel 1529 da Giovanni Domenico e da Giovanna Caravaggi. Trasferitosi a Roma, intorno al 1556 iniziò a frequentare S. Girolamo della Carità e il circolo di Filippo Neri, diventando subito un suo fedele e affezionato penitente: «Io andai dal p. m.s Filippo, a confessarmi, dell’anno 1556 in circa, et per prima lo cognosceva per vista, che veniva al studio (i.e. Sapienza di Roma). Et, dal detto tempo 1556, ho sempre praticato con il detto p. Filippo, che stava a S. Hieronimo et, sempre, quando son stato in Roma, mi sonno confessato dal detto padre»1. Con Francesco Maria Tarugi, Giovanni Francesco Bordini e Cesare Baronio, includendo anche il più giovane Angelo Velli, veniva considerato «uno de’ più ubbidienti discepoli, e de’ più antichi figliuoli del Santo Padre, e Maestro»2.
Alessandro Fedeli fu tra i primi del circolo laicale filippino ad essere indirizzato al sacerdozio e il 1° settembre del 1564, con il romano Bordini, prese gli ordini sacri; il 27 maggio era già stato ordinato il sorano Baronio. Di lì a poco, i tre padri dell’Oratorio si sarebbero occupati del ministero pastorale assunto dal Neri per S. Giovanni dei Fiorentini, nucleo della futura Congregazione, dando così inizio alla vita comunitaria secondo lo spirito filippino: «Qui vivemo sei preti insieme in vita tranquilla et attendemo alla salute dell’anime, e per gratia di Dio siamo quasi adorati per la gran riverenza et osservanza, qual tutti c’hanno»3. A questo primo nucleo si aggiunsero presto Germanico Fedeli, nipote di Alessandro, Pompeo Boccaccio e Jacopo Salort; in seguito, si aggregarono anche Velli e Tarugi. Pur continuando a prendere parte assiduamente alle attività in S. Girolamo, di cui gli esercizi dell’Oratorio costituivano il momento più rilevante, i discepoli di padre Filippo vivevano nella chiesa dei Fiorentini come una libera famiglia di sacerdoti secolari, ma già con qualche regola generale di convivenza, legati da speciale vincolo spirituale al Neri, spiritus rector della nascente Congregazione. In particolare, Alessandro Fedeli «quivi habitò per lo spatio di dieci anni continui, e di lì andava ogni mattina a S. Girolamo della Carità per confessarsi da S. Filippo, et ogni giorno il doppo desinare vi ritornava per intervenire a soliti Esercitii, di parola di Dio, e d’oratione»4.
Tra i suoi penitenti vi erano Fabio de Amatis e Bernardino Corona, uomo di fiducia del cardinale Guglielmo Sirleto, che con Giuliano Maccaluffi ed Egidio Calvelli formava il terzetto dei laici di casa più vicini al Neri5. Giudicato uomo austero e di sincera pietà, ma anche di apprezzabile cultura storico-letteraria, Alessandro Fedeli fu richiesto a Milano da Carlo Borromeo e prima del 15 ottobre 1575 fece parte delle due spedizioni milanesi comprendenti anche i confratelli Fabrizio Mezzabarba, Pompeo Pateri, Nicolò Gigli e Pietro Peracchione, ma tra marzo e luglio del 1576 furono tutti richiamati tempestivamente a Roma, uno dopo l’altro, da padre Filippo6. La fortuita coincidenza che di lì a poco «si scoprì la peste a Milano», creò poi le condizioni per consolidare la credenza nel donum profetiae di Filippo Neri – che anche in questa circostanza era stato «guidato dal lume particolare di Dio» – e favorire ancora di più la diffusione della sua immagine agiografica7.
Legatissimo a Neri e all’Oratorio, Alessandro Fedeli visse ritirato per buona parte della sua esistenza e fu per lungo tempo infermo. In virtù della sua dedizione alla causa della Congregazione e della stima incondizionata di cui godeva in comunità, fu eletto nel 1584 padre deputato al governo dell’Oratorio con Baronio, Bordini e Antonio Talpa, amici di una vita8. Quando il 14 ottobre 1595 fu ascoltato al processo di canonizzazione per Filippo Neri, era già molto debilitato nel fisico9. Alla Vallicelliana lasciò un piccolo fondo di 4 manoscritti e 29 libri a stampa10. Morì il 27 ottobre del 1596, all’età di sessantasette anni, ma prima riuscì a vedere l’ascesa di Baronio e Tarugi al cardinalato, ufficializzata da Clemente VIII nel concistoro del 5 giugno 159611.
La biografia di Alessandro Fedeli si legge in una prima redazione nella raccolta di vite curata da Paolo Aringhi, rimasta finora inedita in Vallicelliana e da considerarsi fonte assai preziosa per la storia della Congregazione dei secoli XVI e XVII12. Da Aringhi dipende a doppio filo la citata Breve notizia di alcuni compagni di S. Filippo del domenicano Giacomo Ricci, inserita a mo’ di appendice nella sua riedizione della Vita filippina di Pietro Giacomo Bacci, pubblicata per la prima volta nel 1622, riveduta quello stesso anno «con nuove aggiuntioni dall’istesso autore» e poi ulteriormente accresciuta nel 1672 in occasione del suo cinquantennio. Questa ampia «aggiunta» del teologo domenicano comprende nell’ordine una testimonianza di Francesco di Sales a favore della beatificazione di Giovenale Ancina e le vite dei padri Francesco Maria Tarugi, Cesare Baronio, Angelo Velli, Flaminio Ricci, Pietro Consolini, Alessandro Fedeli, Tommaso e Francesco Bozio (presentate insieme), Giulio Savioli, Antonio Gallonio, Giovanni Matteo Ancina, Agostino Manni e Nicolò Gigli, con un capitolo conclusivo riservato ai più virtuosi tra i «fratelli laici contemporanei di S. Filippo»13.

Fonti e bibliografia

  • Paolo Aringhi (et alii), Le vite e detti de’ padri e fratelli della Congregatione dell’Oratorio. Da s. Filippo Neri fondata nella chiesa di S. Maria in Vallicella …, 3 v., Roma, Biblioteca Vallicelliana, mss. O 58, O 59, O 60: ms. O 58, ff. 198-203.
  • [Paolo Aringhi], Le vite, e detti de padri, e fratelli della Congregatione dell’Oratorio da s. Filippo Neri fondata nella Chiesa di S. Maria in Vallicella raccolti da Paolo Aringhi Prete della detta Congregatione e da Altri, vol. I, edito e annotato da Maria Teresa Bonadonna Russo, con la collaborazione di Renato De Caprio, Edizioni Oratoriane, Roma 2018.
  • Antonio Cistellini, San Filippo Neri. L’Oratorio e la Congregazione oratoriana. Storia e spiritualità, prefazione di Carlo Maria Martini, 3 v., Morcelliana, Brescia 1989, vol. III, p. 2369 (Indice dei nomi di persona).
  • Carlo Gasbarri, L’Oratorio romano dal Cinquecento al Novecento, Arti Grafiche D’Urso, Roma 1963, p. 143.
  • Il primo processo per san Filippo Neri nel codice vaticano latino 3798 e in altri esemplari dell’Archivio dell’Oratorio di Roma, edito e annotato da Giovanni Incisa della Rocchetta e Nello Vian, con la collaborazione di Carlo Gasbarri, 4 v., Biblioteca Apostolica Vaticana, Città del Vaticano 1957-1963 [I: Testimonianze dell’inchiesta romana: 1595, 1957; II: Testimonianze dell’inchiesta romana: 1596-1609, 1958; III: Testimonianze dell’inchiesta romana: 1610. Testimonianze «extra urbem»: 1595-1599, 1960; IV: Regesti del secondo e terzo processo. Testimonianze varie. Aggiunte e correzioni alle note dei volumi I-III. Indice generale, 1963], vol. IV, p. 294 (Indice generale).
  • Giovanni Marciano, Memorie historiche della Congregatione dell’Oratorio, nelle quali si dà ragguaglio della fondatione di ciascheduna delle Congregationi fin’hora erette, e de’ Soggetti più cospicui che in esse hanno fiorito, 5 v., in Napoli, per il De Bonis stampatore arcivescovale, 1693-1702, vol. I, 1693, pp. 477-481 (lib. V, cap. I, «Compendio della virtuosa vita, e lodevoli attioni del Padre Alessandro Fedeli»).
  • Giacomo Ricci, Breve notizia di alcuni compagni di S. Filippo, in Vita di S. Filippo Neri fiorentino fondatore della Congregatione dell’Oratorio. Scritta già dal p. Pietro Giacomo Bacci prete dell’istessa Congregatione. Hor’accresciuta di molti fatti e detti dell’istesso Santo, cavati da i Processi della sua canonizatione. Con l’aggiunta d’una breve notitia di alcuni suoi compagni. Per opera del m. rev. p. maestro f. Giacomo Ricci dell’ordine di S. Domenico …, in Torino, per Bartolomeo Zappata, 1676 [I ed. Ricci: «in Roma, appresso Francesco Tizzoni, 1672»], II parte (numerazione propria), pp. 1-272: 177-181 («Del Padre Alessandro Fedeli»).
  • [Giacomo Ricci], Brevi notizie de’ padri Alessandro Fedeli, Angelo Velli, Tommaso e Francesco Bozio, Niccolo’ Gigli, Giulio Savioli, Antonio Gallonio, Agostino Manni, Flaminio Ricci, compagni di S. Filippo, in Torino, per Francesco Antonio Mairesse all’insegna di S. Teresa di Gesù, 1758.
  • Stefano Zen, Baronio e il suo tempo. Storia sacra, politica e religione nell’Europa moderna, Centro di Studi Sorani «Vincenzo Patriarca», Sora 2019, ad indicem.

Voci correlate

Nota bene

Questa voce fa parte della sezione trasversale Oratorio e Congregazione oratoriana: storia, spiritualità, politica culturale, dedicata all’Oratorio sorto per iniziativa di Filippo Neri, che da libero sodalizio conobbe nell’arco di un quarto di secolo una sua graduale evoluzione fino alla sua istituzionalizzazione nel 1575 (quando papa Gregorio XIII decise per decreto di costituire la Congregazione oratoriana), con l’obiettivo di costruire un repertorio di voci inerente non soltanto ai padri e ai fratelli laici che entrarono stabilmente nell’Oratorio filippino, ma allargato significativamente alle opere prodotte e diffuse dall’operoso laboratorio oratoriano, ai luoghi della Congregazione, alle personalità più o meno note che si riconobbero nella sua politica culturale, partecipando attivamente alle varie iniziative promosse e in particolare agli esercizi spirituali, considerati il nucleo pulsante del programma filippino.

Article written by Stefano Zen | Ereticopedia.org © 2019

et tamen e summo, quasi fulmen, deicit ictos
invidia inter dum contemptim in Tartara taetra
invidia quoniam ceu fulmine summa vaporant
plerumque et quae sunt aliis magis edita cumque

[Lucretius, "De rerum natura", lib. V]

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