Volta, Achille

Dizionario di eretici, dissidenti e inquisitori nel mondo mediterraneo
Edizioni CLORI | Firenze | ISBN 978-8894241600 | DOI 10.5281/zenodo.1309444


Achille Volta (nato a Bologna, in data ignota – morto a Bologna, nel 1556) fu senatore, Gran Maestro dell’Ordine dei Cavalieri Gaudenti e priore di Casaralta.

Cenni biografici

Nominato membro del Senato dei Quaranta da papa Giulio II (1503-1513), Achille di Alessando Volta si trasferì a Roma dopo l’elezione di Clemente VII (1523), cooptato nella familia del Datario Gian Matteo Giberti (1495-1543). Nella capitale pontificia, entrò in contatto con Bembo e Giovio; strinse amicizia con Francesco Berni (segretario di Giberti); si fece fama di uomo colto, ma anche di politico dal carattere impulsivo, iracondo, a tratti brutale. Nel 1524, a segno della benevolenza che papa Medici nutriva verso di lui, ottenne il titolo di «Sacri Palatii Comes, notarius et familiaris». Ma, l’anno seguente, concepito un odio profondo verso Pietro Aretino, autore di un sonetto oltraggioso all’indirizzo della cuoca al servizio di Giberti della quale egli era invaghito, impartì allo scrittore cinque coltellate al petto, al capo e alle mani, senza tuttavia ferirlo troppo gravemente. Aretino si appellò al pontefice implorando giustizia, ma le sue istanze non ebbero effetto alcuno. Lo stesso Berni si beffò di lui, mostrando confidenza che, presto o tardi, egli avrebbe trovato sulla sua strada un sicario migliore del gentiluomo felsineo:

Tu ne dirai e farai tante e tante,
lingua fracida, marcia, senza sale,
che al fin si troverà pur un pugnale
meglior di quel d'Achille e più calzante […]1

Niccolò Franco esercitò la sua penna in aperta lode di Volta:

Achille della Volta Bolognese,
le man ti bacio del man reine,
per quelle pugnalate pellegrine
che all’Aretino desti per l’arnese.
E non importa s’elle fur mal spese,
ne che traverse fossero o mancine,
o se la cosa non venisse a fine,
né che di lui sonassero le chiese.
Perché non dell’effetto che ne avvenne,
ma del grand’atto in simile bisogna
con mille lingue, parleran le penne;
e basta dire: Achille da Bologna
almeno pur ardì, s’egli mi svenne,
di sradicar dal mondo la vergogna […]2

Nel 1527, Clemente VII nominò Achille Volta Gran Maestro dell’antico, ma ormai decaduto Ordine dei Cavalieri Gaudenti; gli concesse in commenda i beni del medesimo e così pure il priorato di Casaralta.
Durante gli scavi per la costruzione della sua abitazione signorile nei pressi della chiesa dell’«Ordo Militiae Mariae Gloriosae», il senatore felsineo fece ritrovare la celebre lapide di «Aelia Laelia Crispis» (la cosiddetta «Pietra di Bologna»), una pseudo-iscrizione funeraria romana, probabile opera dello stesso Volta, che affissa presso Casaralta, ha attirato per secoli eruditi e curiosi conquistati dal testo enigmatico inciso su di essa. A causa del bombardamento che, nel corso del secondo conflitto mondiale, distrusse parte della villa, il manufatto è oggi esposto presso il lapidario del Castellaccio del Museo Civico Medievale di Bologna.
Achille Volta – già imprigionato per omicidio – ebbe morte violenta: nel 1556, gli fu fatale una pugnalata infertagli nel corso di una lite.

Bibliografia

  • Pompeo Scipione Dolfi, Cronologia delle famiglie nobili di Bologna […], presso Gio. Battista Ferroni, in Bologna 1670, pp. 716-717.
  • Domenico Maria Federici, Istoria de' cavalieri Gaudenti […], II, nella Stamperia Coleti, in Vinegia 1787, pp. 12-13.
  • Giusto Fontanini, Biblioteca dell’eloquenza italiana […] con le annotazioni del signor Apostolo Zeno istorico e poeta cesareo, I, per li fratelli Gozzi, a spese di Luigi Mussi, Parma 1803, pp. 214-215.
  • Giovanni Maria Mazzuchelli, La vita di Pietro Aretino, appresso Giuseppe Comino, in Padova 1741, pp. 25-29, 68, 73, 143-144.
  • Luca I. Fragale, Filosofi calabresi nella Bologna rinascimentale: due inediti epigrammi di Bernardino Telesio in un codice bolognese, «Il Carrobbio. Rivista di studi bolognesi», 37, 2011, pp. 69-78.
  • Luca I. Fragale, Bernardino Telesio in due inediti programmi giovanili, in Microstoria e Araldica di Calabria Citeriore e di Cosenza. Da fonti documentarie inedite, The Writer, Milano 2016, pp. 11-32.
  • Franco Bacchelli, Un enigma bolognese. Le molte vite di Aelia Laeli Crispis, Costa Editore, Bologna 2000.

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Article written by Gennaro Cassiani | Ereticopedia.org © 2018

et tamen e summo, quasi fulmen, deicit ictos
invidia inter dum contemptim in Tartara taetra
invidia quoniam ceu fulmine summa vaporant
plerumque et quae sunt aliis magis edita cumque

[Lucretius, "De rerum natura", lib. V]

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